Diotti, recupero del ferro in chiave sostenibile. «Benefici concreti, emissioni ridotte»

L’azienda Diotti di Erba ha ottenuto la certificazione 14001 per le buone prassi ambientali Tra le azioni più rilevanti: rinnovo del parco mezzi e ottimizzazione del movimento merci

Il tema della sostenibilità e la prospettiva della transizione ecologica sono ormai dati acquisiti in tutti i settori. Tante aziende lo hanno già dimostrato con i fatti e l’elenco comprende la Diotti spa di Erba che per la giornata dell’ambiente, sabato scorso, ha mandato un’email a clienti e fornitori ricordando che tutti possono fare la propria parte.

L’attività

L’azienda, di base, movimenta, frammenta e porta al riciclo metalli vari, in gran parte ferro vecchio. Tra lavorazioni e logistica, non è tra le attività che possono dirsi più agevolate nella tutela dell’ecologia del pianeta. Con scelte attente e anche una certa dose di inventiva però la Diotti è riuscita a ridurre fortemente l’emissione di sostanze inquinanti e a migliorare le condizioni per chi ci lavora. Tra le curiosità, l’area dell’azienda, circa 50 mila mq, da qualche anno è stata scelta da merli e tortore per nidificare. Nelle ordinarie scelte gestionali si è orientata all’efficacia in relazione ai costi e l’anno scorso si è trovata sostanzialmente pronta anche per ottenere una certificazione ambientale, la 14001, per nulla scontata nel settore di riferimento. «Da quando si è cominciato a parlare di sostenibilità anche nel nostro settore è partito un turbinio di rinnovamenti di chi lo fa perché deve farlo. Noi trattiamo materiale ferroso, non siamo tra i più agevolati in questo campo, ma ci teniamo a dire che ci siamo impegnati nel rinnovamento e che facendo scelte funzionali per il nostro lavoro siamo arrivati ad avere un impatto ambientale davvero ridotto».

Il rinnovo del parco mezzi è stato un passaggio rilevante. «Le aziende produttrici aiutano molto, perché a loro volta sono orientate a ridurre le emissioni e a vendere prodotti che inquinano poco. Oggi tutti i camion e i ragni che spostano il materiale sono a urea, il sistema che abbatte le emissioni. Abbiamo anche un separatore di materiali a doppia alimentazione, elettrica o a combustione». Per la riduzione volumetrica del ferro di recupero, che va portato in acciaieria per il riciclo, è stato acquistato un macchinario che lo taglia meccanicamente a freddo e non è più necessario lavorare con la fiamma ossidrica.

Il portale

Un’altra iniziativa nata sul campo, la realizzazione di un portale per le prenotazioni di carico e scarico in acciaieria che evita agli autisti lunghe soste sul camion. Non capitava di rado che ci passassero la notte nell’attesa di poter consegnare, e nelle stagioni fredde il motore restava acceso per poterli scaldare. Fatto presente il disagio e lo spreco causati dalla situazione, in collaborazione con l’acciaieria è stato creato un portale dove tutti i conferenti possono programmare il giorno e l’ora d’arrivo.

«Per dare l’idea, l’anno scorso abbiamo movimentato 194 mila tonnellate di materiale. Per immaginarlo bisogna mettere vicine circa 194 mila Panda. È chiaro che una sola ora di fermo di un camion che trasporta fino a 28 tonnellate ha un impatto, e noi cerchiamo semplicemente di essere meno dannosi per l’ambiente. Siamo stati attenti a questi particolari nel tempo e ci siamo trovati a un livello tale da ottenere una certificazione non obbligatoria».

© RIPRODUZIONE RISERVATA