«Le nostre aziende
apprezzate nel mondo
meritano più coraggio»

Il presidente di Unindustria Fabio Porro commenta gli obiettivi emersi all’assemblea nazionale a partire da produttività e salari

Più produttività condizione per far crescere i salari. È uno dei punti fermi indicati dal neo presidente di Confindustria Vincenzo Boccia durante l’assemblea generale a Roma. Assemblea che ha visto anche la presenza della delegazioni comasca, guidata da Fabio Porro. E il presidente di Unindustria Como approfondisce anche in chiave locale alcuni dei temi emersi. Temi destinati pure a essere analizzati durante l’assemblea provinciale di martedì 21 giugno a Villa Erba, che vedrà la presenza dello stesso Boccia.

Presidente Porro, il nuovo leader di Confindustria ha sottolineato, anche con orgoglio, che bisogna ripartire dalle imprese per costruire un capitalismo moderno: ripartire da ciò che si sa fare bene. Un filo conduttore condiviso?

Sì certo, dobbiamo ripartire da quanto sappiamo fare e appunto bene. Il Leitmotiv è questo. La new economy si è rivelata la bolla di sapone che tutti noi sappiamo. Ciascuno per il proprio settore è andato avanti e ha dimostrato questo: che sappiamo realizzare manufatti ancora riconosciuti, direi tra i meglio fatti a livello mondiale come viene ammesso. E dovremmo concentrarci su questo.

Operazione, invece, tutt’altro che facile, per le imprese italiane e comasche?

Abbiamo tante idee. E avremmo bisogno di maggiore finanza. Ci stiamo muovendo, stiamo facendo la nostra parte. Dall’implementare il rapporto con le banche al potenziare la struttura di Confindustria a Bruxelles, che è stato uno dei temi al centro dell’intervento di Vincenzo Boccia. Non vogliamo essere passivi, bensì far parte della progettazione.

Più produttività per aumentare i salari, ha detto Boccia. E si riaffaccia in questi giorni la questione da lei più volte sottolineata in passato, con la necessità di ridurre il cuneo fiscale, dopo l’annuncio di Renzi. Un tema più attuale che mai?

Non posso fare commenti ancora, Renzi ha annunciato di mettere mano al cuneo fiscale. Tema a me caro sì, su cui insistiamo da anni. Per quanto riguarda il salario che si mette in tasca il lavoratore, l’Italia è in fondo alla classifica. Purtroppo è il contrario per quanto concerne il costo a carico dell’azienda. Una forbice paurosa, decisamente troppo elevata. Del resto guardiamo come le nostre aziende non siano competitive con il contesto internazionale. Un esempio in cifra? Abbiamo perso quasi il 30% della produttività rispetto ai tedeschi. Stiamo facendo harakiri qui. Non si può continuare così e bisogna prendere il coraggio a due mani: questo diciamo.

Ma si promuove a livello adeguato?

Mettiamoci nei panni di uno straniero che non parla italiano. Ecco, in un ufficio informazioni una signorina che parli inglese e tedesco, non è improbabile. Dio ci ha fatto nascere in un posto bello: forse non ce lo meritiamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA