Paga di 3.600 franchi
Ma in Ticino
non si trovano camerieri

Bar e ristoranti in difficoltà con il personale. Anche tra i frontalieri calo delle candidature.

Non solo in Italia è diventato sempre più difficile trovare camerieri e, più in generale, personale per uno dei segmenti più penalizzati dalle restrizioni, vale a dire la ristorazione. È TvSvizzera.it a far notare, all’interno di un dettagliato reportage, che anche in Svizzera e in quota maggiore in Canton Ticino dal 26 giugno - data in cui Berna ha fatto decadere il limite di quattro persone per tavolo ai ristoranti e nei bar - è allarme camerieri, nel senso che sempre più ristoranti lamentano l’assenza di personale.

Potrebbe sembrare un paradosso - considerato che un cameriere in Ticino guadagna tra i 3300 ed i 3800 franchi, cifra che scende tra i 3250 ed i 3600 franchi per i frontalieri -, ma è così. E proprio i frontalieri vengono chiamati in causa dal presidente di GastroTicino e vicepresidente di GastroSuisse, Massimo Suter, che a TvSvizzera.it ha parlato di nuove dinamiche in atto al di qua del confine, dettate dal fatto che «i nostri concorrenti oltre confine si sono accorti che con le retribuzioni che offrivano faticavano a reperire i dipendenti di cui avevano bisogno e così hanno provveduto con tempismo ad alzare i salari».

Di certo, i ristoranti stanno gradualmente tornando ai numeri del pre-pandemia, anche se i quattro mesi di stop forzato (che per chi non disponeva di terrazze ovvero aree all’aperto sono diventati cinque) pesano come un macigno su questa stagione turistica e in generale sul 2021. Tutto ciò tenendo conto anche del fatto che, mentre in Italia nel lungo week end di Pasqua gli alberghi sono rimasti chiusi a causa delle restrizioni in essere, la Svizzera e in particolare i Cantoni turistici (a cominciare dal Ticino) hanno vissuto la situazione paradossale di avere gli alberghi aperti e per gran parte “sold out”, con bar e ristoranti chiusi e con i turisti costretti loro malgrado ad affidarsi al take away ed a confidare nella clemenza del meteo per bere un caffè all’esterno delle strutture alberghiere.

Sino alle ultime pesanti restrizioni, in Ticino erano impiegati nella ristorazione circa 3500 frontalieri. Numeri importanti.

A maggio, stando ai dati forniti dalla Seco, si contavano oltre 16 mila disoccupati nel segmento della ristorazione, 600 dei quali in Canton Ticino. Numeri tutto sommato contenuti, anche se in Ticino gran parte di questi disoccupati sono da ricondurre a personale frontaliero. La scure della crisi - come già rimarcato da GastroSuisse - si è abbattuta in maniera particolarmente violenta sulla ristorazione, con un esercizio su cinque che ha fatto molta fatica a riaprire o non ha riaperto del tutto.

Il presidente di GastroTicino, Massimo Suter, ha fatto rilevare anche un dettaglio di rilievo nelle dinamiche di confine e cioè che in tanti, vedendo il segmento della ristorazione (bar inclusi) che arrancava, hanno deciso di cambiare professione.

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