Tessile di Como, l’anno nero
«Paura e sconforto,
le imprese si aiutino»

Ripresa lontana e occupazione a rischio Viganò: «Vanno prorogati gli ammortizzatori» Graziano Brenna: «Crisi dura, inevitabili conseguenze»

Sono quasi 13mila gli addetti al settore tessile nel distretto comasco. Un comparto fondamentale per l’economia del territorio che nel 2020 ha registrato un crollo dei ricavi che per molte realtà è intorno al 40%.

Una situazione difficile e dai risvolti preoccupanti, sulla quale pesano duramente le conseguenze delle chiusure dovute all’emergenza sanitaria. Senza dimenticare l’incubo che potrebbe paventarsi tra poche settimane, quando alla fine di marzo dovrebbe avere fine il blocco dei licenziamenti e con questo gli ammortizzatori concessi alle imprese per far fronte allo stato di crisi. Sconforto, amarezza, ma anche un grande desiderio di guardare al futuro e voltare pagina sono i sentimenti che accompagnano molti imprenditori lariani impegnati nel settore. Le telecamere di La 7 – che ha dedicato un ampio servizio durante la trasmissione “Piazza Pulita” al tessile comasco – hanno acceso ancora una volta i riflettori sul distretto e sulle problematiche che storici imprenditori devono affrontare per provare a ripartire, dopo un anno di grande fatica.

Il cambiamento

«Il 2020 è stato un anno in negativo, durante il quale abbiamo raggiunto risultati che non andavano oltre il 60% rispetto alle nostre reali possibilità – spiega Michele Viganò delle Seterie Argenti – Tutto è diventato all’improvviso più complicato, dovendo lavorare con un organico ridotto e con la difficoltà costante a comunicare e coordinarsi con l’esterno. A questo punto l’unica via possibile da percorrere è stata snellire le procedure di lavoro per cercare di mantenersi attivi, e adottare nuove soluzioni come potenziare la digitalizzazione per promuovere i prodotti anche senza potersi muovere. Una strada che credo non vada abbandonata, ma anzi potenziata. Guardo al futuro con ottimismo, voglio pensare che il vaccino ci accompagni verso la ripresa, nella speranza che le misure adottate fino ad oggi, quali la questione licenziamenti, siano prorogate e soprattutto si vada verso una riapertura generale degli esercizi e dei confini».

Le conseguenze

Anche Graziano Brenna della Tintoria Portichetto guarda con sconforto all’anno trascorso che porterà come conseguenza inevitabili cambiamenti. «Sapersi rinnovare è stato il modo per poter fronteggiare scenari talvolta desolanti – sottolinea – Chi lo ha saputo fare è riuscito a reggere e su questo dobbiamo puntare per il futuro. La situazione di crisi è nota e ha colpito pesantemente il settore tessile. Ci saranno inevitabili conseguenze che profileranno un nuovo mercato».

Fare squadra nel comprato del tessile, tra aziende e imprenditori del territorio comasco, è per Michele Binda di G. Binda Tessuti, l’unica possibilità per guardare con fiducia al futuro. «Il vero tsunami ci attende ora – dichiara – Nel 2020 potevamo contare sul buon lavoro portato a termine nel 2019, adesso dobbiamo fare i conti con le difficoltà che ci hanno accompagnato nell’ultimo anno. Per uscire da uno stato di sconforto e paura è fondamentale lavorare insieme per raggiungere un obiettivo che accomuna tutti gli imprenditori del tessile: rilanciare un settore fondamentale per il comasco e l’intera nazione».

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