«Turismo, migliorare i servizi. Assurdo chiedere 1.300 euro per un passaggio in barca da Como a Villa Pliniana»

Intervista a Gian Paolo Fumagalli, presidente di Como Imprenditori Alberghieri: «Taxi, navigazione, taxi-boat: la realtà attuale non è adeguata»

Da Como a Villa Pliniana, solo andata per la modica cifra di 1.300 euro. Succede anche questo nell’ennesima “pazza” estate del boom del turismo sul lago di Como.

Le previsioni relative agli arrivi sono superiori alla pur ottima scorsa stagione, ma i servizi - taxi, taxi-boat, pullman, navigazione - non reggono la domanda e gli operatori sono preoccupati perché i turisti vanno accolti come si deve e se il territorio non è in grado di farlo, o peggio li tratta come polli da spennare, la crescita degli ultimi anni rischia di sgonfiarsi nel giro di qualche stagione. Non nasconde la sua preoccupazione Gian Paolo Fumagalli, Ceo di Mizar eventi, presidente di Cia Como Imprenditori Alberghieri (ha una quota del 4% in Villa Erba e rappresenta tutte le top strutture tra Moltrasio e Como a cominciare da Villa d’Este), albergatore in prima persona da quasi trent’anni in Sardegna dove gestisce un cinque stelle lusso.

Il settore è ripartito alla grande nel post pandemia e le aspettative sono molto positive, quali sono peròi problemi che avvertite con maggiore rilievo?

Comincerei con il dire che non si tratta di problemi nuovi, c’erano anche prima della pandemia e si sono ripresentati in forma maggiore dato che la quantità di arrivi sul lago di Como è notevolmente aumentata. L’elenco dei nodi irrisolti è lungo: taxi, taxi-boat, strada Regina, navigazione. Cominciamo dalla Regina: al di là delle opere in fase di attuazione e di quelle che verranno poi che tutti ci auguriamo, è urgente intervenire sulla gestione per limitare il numero dei pullman.

E come si fa?

Tanto per cominciare bisognerebbe vietare ai pullman di scaricare i passeggeri a Como per la gita in battello e di andare a prenderli nel centro lago, a Cadenabbia. Salgono vuoti e scendono pieni di passeggeri. È una piccola cosa, ma con poco si potrebbe evitare che ogni giorno diversi mezzi vadano a creare caos e code su una strada strutturalmente inadeguata a un certo tipo di traffico.

Le code e soprattutto la carenza di corse rispetto alla domanda sono problemi cronici della navigazione. Cosa si può fare?

È un servizio di primaria rilevanza turistica e per diversi aspetti è spesso al di sotto delle attese degli ospiti. Una proposta che mi sento di rilanciare è l’istituzione di una circolare lacuale, fino a mezzanotte, che colleghi Como ai Paesi limitrofi. L’iniziativa potrebbe ovviare anche alle carenze dei taxi. Non è accettabile uscire a cena senza avere la certezza di un mezzo per il ritorno.

Ho sentito la parola “taxi”. Tutti dicono che le licenze sono poche ma nessuno si adopera per fare qualcosa. Che idea di è fatto?

La situazione è assurda e di recente ne ho parlato anche con il sindaco Rapinese. Il turismo negli ultimi anni è esploso, ma il numero di licenze è sempre lo stesso da molti anni. E poi, aggiungo, in città ci sono, sulla carta, 45 licenze. Dico sulla carta perché ho il dubbio che non tutte siano pienamente operative. Il Comune fa i controlli? Ha gli strumenti per monitorare la situazione? Non tocca a me dare risposte, ma il servizio è scadente, totalmente inadeguato alle necessità di una realtà come la nostra.

La questione taxi interessa anche il lago. Come siamo messi?

Male, in questo caso siamo di fronte a una giungla e le assicuro non esagero. Come per le auto, abbiamo taxi-boat ed ncc, ma sostanzialmente tutti fanno lo stesso servizio in assenza di controlli puntuali. Non è un contesto serio e trasparente e anche in questo ambito ci sono situazioni che hanno dell’inverosimile. Un esempio: nel Comune di Como ci sono 12 licenze di taxi-boat e l’amministrazione non può rilasciarne altre, ma lei crede che siano operative? Noi come Consorzio albergatori se ci fosse una licenza libera la prenderemmo subito. C’è un grande bisogno di chiarezza, anche sulle tariffe che attualmente vengono stabilite a totale discrezione degli operatori. Mi è capitato personalmente di sentirmi chiedere, per un trasbordo solo andata da Como a Villa Pliniana, la bellezza di 1.300 euro. Dieci minuti di barca. Ma stiamo scherzando? Qualcuno pensa che siccome il profilo medio del turista sul lago è alto spendente, sia lecito spennarlo. Facciamo attenzione: i flussi internazionali di arrivo di cui stiamo beneficiando, non sono una grazia ricevuta, ma vengono determinati da 4-5 consorzi che operano a livello globale. Se comincia a diffondersi la voce che a Como i servizi fanno schifo e i prezzi sono gonfiati, rischiamo di perdere la clientela migliore nell’arco di pochi anni. La fortuna del lago di Como non durerà a lungo se non ci attrezziamo per darle continuità, luoghi meravigliosi nel mondo ce ne sono molti altri. Non voglio passare per catastrofista, ma siamo all’inizio della stagione e non mi pare che si stia andando nella direzione giusta.

E invece i segnali sugli arrivi di che segno sono?

Tutti molto positivi, i principali alberghi hanno un’occupazione delle camere altissima e ci avviciniamo a un periodo, che inizierà questo fine settimana con il concorso di eleganza, in cui saremo letteralmente presi d’assalto dai turisti.

Ha sottolineato la carenza dei servizi di trasporto, non ritiene che i privati possano fare da sè almeno in parte?

Sì e ci stiamo provando. L’idea è quella di organizzare un servizio di ncc per assicurare gli spostamenti dei nostri ospiti nella fascia serale. Abbiamo provato a chiedere un aiuto agli enti locali, senza ottenere nulla ed è un po’ strano a fronte della tassa di soggiorno incassata e degli ingenti investimenti che gli alberghi devono sostenere per promuovere, soprattutto all’ester,o il nostro territorio.

Il sottosegretario Butti ha proposto una governance dedicata al turismo. Un decisore che superi l’attuale frammentazione. Cosa ne pensa?

Ben venga, ciò che importa davvero è risolvere i problemi. Mi chiedo cosa impedisca a Comuni e Regione perlomeno di risolvere in tempi brevi il problema dei taxi. I clienti hanno diritto a servizi adeguati e hanno tutto il diritto a lamentarsi quando, come spesso avviene ora, si scontrano con carenze e inefficienze del territorio.

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