A ciascuno il suo Natale
Tocco d’oro anche a Como

Un’occhiata al calendario dice che mancano venti giorni alla festa. Girando nelle nostre città e nei paesi si notano le luminarie, gli alberelli, i presepi. L’importanza di questo appuntamento è talmente grande che c’è persino chi si sente in dovere di negarlo. Qui dove viviamo la dimensione raccolta consente di attraversare l’attesa osservando tutte le sue sfumature. A Como, Cantù, Erba, Mariano, Olgiate e negli altri centri e nei paesi più piccoli ci sono vigilie di mille colori.

C’è quello religioso, quello commerciale, quello economico, quello giocoso, quello delle speranze. A ciascuno il suo Natale.

Gli economisti hanno fatto le loro stime e previsioni: sostengono che sarà proprio l’andamento dei consumi di Natale a spostare l’asticella della crescita più in alto o più in basso. La ripresa a Como, e in Italia, si affida alla buona stella, una cometa.

Lo scenario tecnico degli analisti è tradotto nei fatturati delle aziende dagli imprenditori e nei registratori di cassa dai commercianti. I dati finora sono positivi anche se di poco e si aspettano che sotto l’albero compaia il regalo della conferma che la brutta crisi sia definitivamente alle spalle.

Oltre al rosso e al nero della contabilità economica il Natale propone il giallo della paura. Il colore di questa tensione che aleggia nelle città dopo che Parigi ha subito l’oltraggio del terrorismo ammantato di una fede tradita. La tv porta nelle case l’orrore delle stragi e la violenza di una guerra che si spera lontana. Persino in una città piccola e tranquilla come la nostra si sono vissute ore d’ansia per un falso allarme in piazza Cavour.

Si guarda alla stella pregando che eviti a questa generazione le tragedie e il dolore che hanno conosciuto quelle venute prima.

C’è anche un colore che accende di rosso i cuori e li riempie di solidarietà. È il tempo delle donazioni, delle raccolte benefiche, dei banchetti per le tante associazioni di volontariato. Gruppi di persone che si impegnano per far star meglio qualcuno che è nel bisogno. A Como e in tutta la provincia i singoli e le famiglie stanno dimostrando ancora una volta di saper essere generosamente concreti.

Per i bambini e i ragazzi pulsa il colore rosa delle feste nelle scuole e nelle vie del centro con la Città dei Balocchi e le sue suggestive attrazioni. Divertimenti, giochi e regali rendono veloce lo scorrere del tempo e i giorni si riempiono di un vuoto che sarà colmato solo da una nuova Presenza.

Il calendario vede sfilare anche l’ultimo mese e non si scolora quel nero delle offese recate a questa splendida città con un lungolago per buona parte ancora inagibile - quella fruibile è dono di privati, gli Amici di Como - e per una Ticosa che rimane lì immobile a testimoniare quanto sia difficile costruire un bene comune. La cometa passerà ancora facendo esprimere ai comaschi il desiderio che sia matura per volere celeste la svolta.

Tra scatti generosi e impegni pesanti giganteggia il bianco dell’esasperazione, quasi della resa, davanti al fenomeno dei furti che ci fanno sentire poco sicuri nelle nostre case. La tensione è così alta che si rischia ogni giorno un tragico incidente. La speranza è che anche i ladri si fermino ad ammirare la stella.

C’è ancora un azzurro che è voglia di un Como capace di riscossa, magari dopo il panettone. Di un lago e di un cielo che sorridano a chi vive qui e al turista, tutti i giorni e nei dì di desta.

Un verde di speranza per una comunità locale che sappia riunirsi attorno a valori importanti e cerchi la luce per vedere e costruire un futuro migliore. A ciascuno il suo Natale. E il suo colore.

L’ultimo tocco, per tutti, un fondo d’oro che invogli a viverla veramente e fino in fondo la festa, con tutto ciò che porta e con ogni cosa che resta.

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