Al Cavaliere tocca
la pena perfetta

E’ ancora una “persona socialmente pericolosa”, ma ha manifestato “volontà di recupero dei valori morali”. Epperò dovrà mantenere un buon comportamento, perché invece per troppo tempo ha dimostrato “insofferenza” alle regole “dell’ordinamento e della civile convivenza”, come dimostra “il reato di frode fiscale reiterato per anni”.

Dunque potrà uscire di casa, recarsi a Roma tre giorni a settimana, però poi a casa entro le 23 del giovedì sera. Se non fosse per il lato grottesco che le sentenze esecutive si portano spesso dietro, se non fosse per lo stile con cui sono scritte, se non fosse per quell’aria di umiliazione supplementare che la faccenda implica – dire a un uomo che è stato potente e che ancora lo è (vero, Renzi?) cosa può fare e cosa non deve – ci sarebbe anche da sorridere, da prenderla con una certa dose di ironia. E chissà se alla fine il Cavaliere, l’uomo che sarebbe stato capace di vendere un frigorifero al Polo, e infatti ha venduto vent’anni di rivoluzione liberale agli italiani come se fosse una cosa da mangiare, ce la farà a prendere tutta la faccenda con la sua proverbiale bonomia da gran bauscia milanese.

Silvio Berlusconi sconterà la sua pena di affidamento ai servizi sociali recandosi una volta alla settimana presso la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone, un posto che per tutti i milanesi è sinonimo di sofferenza ma anche di carità e condivisione, alla sezione anziani. A occuparsi dei vecchietti insomma, lui che nonostante la sindrome del giovanotto, nonostante Dudù e la nuova fidanzata più giovane di una figlia, giovanotto proprio non lo è più.

Suvvia, non una gran pena: sarà un pomeriggio da passare con i coscritti, come fanno tutti quelli che hanno passato la vita chissà dove e poi, al momento di tirare i remi in barca, provano a vedere chi è rimasto in giro in paese, nel quartiere. Un torneo di scopa, le bocce, una grigliata quando è primavera, la gita a Venezia , la serata con musica e ballo liscio quando viene d’estate. Ingannare il tempo, spartirsi i ricordi, condividere gli acciacchi e gli brontolamenti per le code in Posta per la pensione e gli esami della Asl che non finiscono mai. La vita, insomma. Quella dei vecchietti normali, certo. Non quella dei fenomeni come lui, quella di chi è stato padrone del mondo.

Ma sembra di vederlo, invece. Ciao ragazzi, forza Italia e forza anche Cesano Boscone… Due barzellette, un giro di valzer con la nonnetta più pimpante. E se serve lavoro per tuo nipote… Un settimanale “Ghe pensi mì”. Vogliamo scommettere che, agli anziani di Cesano Boscone, il Berlusconi “detenuto” riuscirà simpatico? Che saranno contenti di averlo lì? E infatti, tolto quel malmostoso cronico di Max D’Alema , che è stato capace di dire che “Berlusconi ha avuto una certa attenzione per il suo ruolo politico e pubblico… cittadini meno fortunati, meno ricchi e potenti possono andare direttamente in prigione”, tutti gli altri hanno dovuto convenire che andare a trovare i coetanei (o insomma giù di lì), quelli che nella vita hanno fatto meno strada di lui, è in fin dei conti la pena perfetta per il Cavaliere. E poi, a pensarci bene davvero: la Seconda Repubblica è iniziata alla Baggina, il Pio Albergo Trivulzio, ricovero per vecchietti. Non è perfetto che finisca in una casa di riposo di Cesano Boscone?

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