Como adesso
deve vincere
contro la burocrazia

Ogni giorno è prezioso nella corsa contro il tempo per arrivare puntuali al campionato. Ieri in Comune è stato presentato il progetto per adeguare il vecchio Sinigaglia alle normative di sicurezza vigenti per le partite della serie B e due sono gli aspetti fondamentali emersi. Primo, per rientrare nei parametri minimi non occorrono interventi trascendentali. Si tratta di opere - così assicura il consulente del Calcio Como che ha predisposto il progetto - realizzabili nel giro di qualche settimana. Così, anche se mancano due mesi circa all’avvio della nuova stagione, c’è margine sufficiente per scongiurare il rischio che gli azzurri neopromossi si trovino costretti a giocare altrove le prime partite del campionato. Tutto semplice, ma solo in teoria perché si sa come spesso funzionano le cose in una città che spesso si è rivelata inarrivabile nel complicare l’attuazione anche delle cose all’apparenza più semplici e ragionevoli. E qui si arriva al secondo elemento emerso ieri ovvero la necessità che, nel suo complesso, la città manifesti più entusiasmo e spirito di iniziativa rispetto all’occasione del Como in B. Il riferimento, ovviamente, non è ai tifosi ma alle istituzioni pubbliche nel loro insieme che – questa è la percezione degli addetti ai lavori – hanno accolto la promozione e la necessità di gestire le partite al Sinigaglia più che altro come una grana. L’ostacolo maggiore per centrare l’obiettivo, ad oggi, non sembra essere lo stato oggettivamente malconcio in cui versa lo stadio comunale quanto piuttosto le sabbie mobili della burocrazia e dei veti incrociati che sembrano essere l’inevitabile contorno delle opere pubbliche cittadine. A Como, in questo, siamo degli specialisti. Senza scomodare i grandi temi che da anni bloccano l’amministrazione, dalla Ticosa al lungolago, vale la pena ricordare il caso del progetto di riqualificazione di piazza Grimoldi. Una volta allontanato il traffico, era lecito aspettarsi che l’area venisse recuperata in tempi brevi. E invece con l’avvio dei lavori siamo ancora in alto mare dopo che il progetto, scelto dal Comune attraverso un concorso, è stato bloccato dalla Soprintendenza. E anche quando l’iniziativa fa capo ai privati tante volte non pare vero alla burocrazia di mettersi di traverso.

Certo, il calcio di sabato pomeriggio nella zona a lago, determinerà una piccola grande montagna di disagi in particolare ai residenti e agli appassionati del nuoto visto che è stata confermata la necessità di chiudere, almeno mezza giornata, la piscina comunale. Ma guai a fermarsi qui. Al di là del valore sportivo, la Serie B è anche una vera chance per Como, innanzi tutto per il ritorno in termini di visibilità che una tale vetrina darà a tutto il territorio e in prima battuta al capoluogo. Il Como nel grande calcio aiuta soprattutto i comaschi ad amare se possibile ancora di più la loro città. Si tratta di una sfida che vale la pena cogliere e sarebbe bello se, almeno questa volta, le istituzioni pubbliche fossero loro sì motore della comunità. I lavori sono lì da fare e non c’è tempo da perdere. Il ritardo della stagione, legato all’inchiesta di Catania, ci dà ulteriore margine per rispettare i tempi. Di certo non si può fallire, la seconda di campionato al Sinigaglia deve essere un impegno con tutti i comaschi.

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