Como pedonale
Lezione dai turisti

Una Como in grande spolvero e non per eleganza o presenza di star a spasso con future spose, piuttosto per l’assalto al centro storico di comaschi con le famiglie e turisti che hanno approfittato della bella giornata, una tra le poche che l’estate ha regalato, per riprendersi la città murata.

Cosa c’era ieri in città? Molto da fare a onor del vero. Il Palio prima di tutto che con le sue ultime gare e la proclamazione del vincitore ha invaso di colori e pubblico la piazza Cavour e poi le bancarelle in via Plinio. Al posto del rombo dei motori dei bus cui tutti si era abituati negli anni, ieri c’era il vociare delle persone a

passeggio, quello degli ambulanti e dei bambini sparpagliati per la zona ora senza traffico. È uno degli effetti della vituperata Ztl che promette di fare ancora meglio nelle piazze Roma e Volta per le quali il 22 sapremo chi ha scelto il Comune per progettarne la riqualificazione. I lavori lì cominceranno non prima dell’anno prossimo, ma le bancarelle e i progetti delle due piazze, benché non assimilabili per entità di intervento, sono come i mattoncini del Lego, si incastrano per formare una grande costruzione che si chiama città pedonale.

Una parte di comaschi, non pochi, non sono ancora persuasi della bontà della pedonalizzazione, ma ancora una volta a far loro capire che bisogna allentare la morsa e provare almeno a usare la Ztl sono stati gli stranieri. In questa estate che sta finendo sono stati i turisti venuti da altri Paesi a dare lezione ai comaschi. Sono stati loro che, a piedi come sono più abituati di noi a fare nelle proprie città si sono rovesciati nelle vie del centro dove fino a qualche mese fa si passava in auto. E se l’hanno fatto tranquillamente loro, con i loro passeggini, i bambini minuscoli per mano o sulle spalle perché non lo possono fare i comaschi. Grazie a loro tutti si è riflettuto un po’ di più. Non per fare marcia indietro e dire “scusate ci eravamo sbagliati a protestare per la Ztl”, ma almeno per andare avanti e dire proviamoci ad abituarci a non avere più l’auto vicina. Un sorriso si può fare, dai. Gli ambulanti in via Plinio ieri erano soddisfatti dell’affluenza ai propri banchi, il pubblico altrettanto, la domenica si è lentamente addormentata così, con l’eco della musica di via Borgovico nelle orecchi. Anche lì, l’enorme mobilitazione per la festa Manifest è stata unica. A città ieri era svegli, attiva, colorata dal Palio, pimpante e allegra. E menomale.

Sì, menomale anche perché l’affluenza di ieri in centro ha fatto dimenticare la contesa giocata nei giorni scorsi su “The Wall Street Journal”, una battaglia che ha opposto “l’un contro l’altro armato” di manzoniana memoria il lago di Garda e quello di Como.

Il giornale americano, riconoscendo che i turisti americani preferiscono Como, elogiava le bellezze del Garda spiegando che, in termini di offerta “pacchetto completo”, ambiente più attrazioni più monumenti, forse valeva la pena che gli americani dessero un’occhiata più là che qua. Un colpo basso? No, piuttosto un pungolo per non abbassare la guardia, soprattutto dopo risultati incoraggianti come quello di ieri e soprattutto dopo che un imprenditore brianzolo della ristorazione emigrato 30 anni fa alle Bermuda ha invitato Como a non cullarsi nella sua bellezza. «Per gli americani Como è come Capri – ha detto infatti Pierangelo Lanfranchi – anzi ormai di più. Ma con i parcheggi non ci siamo, si può pensare anche all’affitto di auto in città. Ci vogliono prezzi in dollari nei negozi e il servizio più americano, cioè prendersi cura sempre del cliente, non aspettare quando ti chiama. Dalla “concorrenza” Como deve imparare, non copiarla, bensì mettersi sempre in discussione». Con la Ztl in parte lo sta facendo, piccoli passi purché non ci si fermi-

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