Grandi sfide
Lucini è a metà del guado
il sindaco lucini
a metà del guado

Mario Lucini è quasi arrivato a un terzo del suo mandato da sindaco. E il bilancio del lavoro svolto finora non può che basarsi, in gran parte, sui risultati ottenuti nell’affrontare due temi che lo stesso Lucini definiva «emergenze», nel suo programma elettorale. Piaccia o meno, si torna sempre alle paratie e alla Ticosa. «Dovevano essere le grandi opere che portavano lustro all’amministrazione di centrodestra, si sono rivelati i più clamorosi fallimenti della storia comasca e tutta l’Italia ne ha parlato», scriveva l’allora candidato sindaco. «Oggi - proseguiva - gravano pesantemente sui bilanci e sugli equilibri ambientali della città. Sono sfide terribilmente impegnative, che possiamo trasformare nel simbolo della volontà di rinascita della città». Ecco, dopo diciannove mesi questa rinascita è a buon punto?

Lucini, va detto, sapeva benissimo di giocarsi molto - per non dire tutto - proprio sul destino del lungolago e dell’area Ticosa. I comaschi l’hanno votato principalmente perché speravano in una doppia svolta. E il sindaco fin dal primo giorno non ha lesinato l’impegno sulle due spinose questioni, supportato da assessori e dirigenti.

Qualche passo avanti importante è stato fatto. Ma è presto per dire se basterà, lo scopriremo nei prossimi mesi. Entro il 31 dicembre, infatti, il Comune deve ultimare il nuovo progetto per il lungolago, come da accordi con la Regione. Una prima scadenza da rispettare tassativamente, per non infilarsi in altri tunnel. Il sindaco si dice ottimista. Ultimato il piano, partirà la trafila delle autorizzazioni (dev’esserci il via libera di Soprintendenza, Regione e via dicendo) e se tutto filerà liscio il cantiere potrà finalmente ripartire in primavera. A quel punto, serviranno altri due anni di lavori prima che comaschi e turisti possano tornare a passeggiare tra Sant’Agostino e piazza Cavour. In sintesi: l’amministrazione ha avuto il merito di riprendere il filo dell’intricata massa, di avviare un nuovo progetto e di affidarsi a un esperto del settore (il nuovo dirigente Pietro Gilardoni). Inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, ha chiuso il contenzioso con l’azienda Sacaim, almeno per quanto riguarda le penali legate al periodo 2008-2011. I rischi nel prossimo futuro sono rappresentati da possibili nuove riserve dell’impresa e dagli imprevisti di un’opera che resta a dir poco delicata. Quadro molto più sereno, invece, sul fronte dei finanziamenti, grazie all’accordo con la Regione (Maroni ha messo sul piatto 11 milioni e mezzo per finire i lavori).

Capitolo Ticosa. Anche in questo caso il Comune è riuscito a ricucire i rapporti con l’impresa (la società Multi che nel 2006 vinse la gara per l’acquisto dell’enorme area) e proprio poche ore fa si è accordata per un nuovo progetto: niente appartamenti, ma verde e negozi, con un autosilo e una viabilità migliore nella zona. I nodi da sciogliere sono l’accordo politico sui contenuti della proposta di Multi (la maggioranza sarà compatta?) e poi la conclusione della bonifica. L’obiettivo è far partire i lavori per il nuovo quartiere entro la fine dell’anno prossimo.

Sul fronte del lungolago come sulla Ticosa, insomma, possiamo dire che l’amministrazione ha costruito le basi per ripartire. Le premesse ci sono, adesso dovranno trasformarsi in fatti concreti. Se il motore non subirà guasti e non andrà fuori giri, il centrosinistra arriverà all’appuntamento con le prossime elezioni a tutto gas. In caso contrario, i comaschi punteranno su un altro pilota.

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