I numeri del mercato
e gli occhi dei giovani

Arriva il conforto dei numeri per Como sul delicato fronte immobiliare. Con l’aiuto di un amico dal temperamento non sempre facile: la Svizzera.

Ma più delle cifre contano le persone. Le loro esperienze, le loro sensazioni e anche le speranze che diventano realtà. Così l’andamento positivo del mercato immobiliare sul fronte business (dagli uffici ai negozi) trova un riscontro in quanto è stato percepito dagli operatori: dall’edilizia agli agenti. E racconta che Como è controtendenza sì, con un più che non cambierà la vita, ma aiuta ad affrontare i mesi che verranno. Perché ormai siamo vaccinati a questa considerazione: i segnali positivi che si sono mostrati anche in questi anni di crisi economica, non si sono mai lasciati agguantare facilmente. Gli alti e bassi si sono susseguiti, senza preavviso e strappando ora un sorriso ora lacrime, in diversi settori, nessuno escluso.

L’edilizia ha dovuto soprattutto inghiottire l’amaro di una discesa che sembrava non avere mai fine. Ma anche su questa strada dolorosa, non sono mancate delle luci, per quanto potessero essere flebili.

Una – e l’ha evidenziato in tempi non sospetti il rapporto Cresme per l’Ance di Como - è la Svizzera. Che sì, brontola, ogni tanto - almeno i vicini del Canton Ticino - tira le orecchie agli italiani, minaccia restrizioni ai frontalieri ma continua a cercarli. E questo contribuisce a tener vivo il mercato immobiliare.

Una conferma viene proprio dalle statistiche della Camera di commercio milanese. Pur parlando di numeri minimi, non si potrebbe spiegare altrimenti la performance di Como: perché tutte le province lombarde arretrano o si barcamenano. Nel territorio si registra un’eccezione confortante, visto che non solo c’è un più a tirar su il morale, ma ci si avvicina anche all’unica stella accesa, quella di Milano.

E ancora, oltre i numeri, c’è la prudente ma serena percezione degli operatori. Di chi afferma che qualcosa si sta muovendo anche dal punto di vista dei capannoni. Che bisogna osare, però, osare di più. Che chi può non deve temere di investire, e questo appello viene direttamente dal presidente di Ance Luca Guffanti. Investendo si prende la direzione giusta per la propria azienda, ma si fa anche il bene degli altri. Si innesca un circolo virtuoso, che può alimentare ancora di più quella che nessuno si sente di chiamare ripresa.

Pesano le cifre, ma le osservazioni e le atmosfere aggiungono altra linfa a questo periodo così delicato e tuttavia capace di trasmettere più speranza.

Anche ai giovani. E nelle stesse ore in cui questi dati relativi all’immobiliare business spingono a sorridere di più e a ringraziare anche l’alleato oltre confine, è bella una storia che arriva da pochi chilometri più in là, a Expo.

Quella di una ragazza che un anno fa stava terminando la tesi, su un’azienda lariana, Icam. L’hanno chiamata per lavorare sei mesi all’Esposizione universale, a fianco dell’impresa lecchese con l’innovativo stabilimento a Orsenigo. Ieri le è stato consegnato un regalo speciale: il contratto di assunzione.

Negli occhi di Francesca, la gioia, ma soprattutto la consapevolezza di aver lottato, imparato e di essere all’inizio, un gran bell’inizio. Un premio, che ha dedicato anche ai suoi coetanei: osate, alzatevi, andate a cercare ciò che volete.

Parole che vanno alle nuove leve, e in fondo a ciascuno di noi.

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