Il momento di fare squadra davvero

Ogni giorno è un giorno nuovo. Con cose nuove. Ieri abbiamo appreso che mercoledì, con ogni probabilità, ci sarà la conferenza stampa di presentazione del nuovo Como. Alla quale, sempre probabilmente (anzi quasi sicuramente), ci sarà anche il sindaco Mario Landriscina. Logico, visto l’iter del tutto particolare che ha visto la nascita della nuova società che farà calcio a Como. La cordata l’ha assegnata lui, il Primo cittadino. Normale che ci sia anche lui in quella occasione. Però c’è dell’altro. Per tanti anni abbiamo vissuto il rapporto Calcio Como-Comune come lo scontro fra due controparti. Si cominciava a litigare cinque minuti dopo l’insediamento della nuova società. Solo negli ultimi anni c’era stato, con Lucini-Porro, un ammorbidimento dei rapporti. Poi travolti dal fallimento, tanto che, come al gioco dell’oca, si era dovuti ricominciare dal via.

Siamo incuriositi da questa nuova situazione. Il sindaco “mamma” della nuova società potrebbe essere portatore di un nuovo scenario. Comune e società a braccetto non solo nella gestione del Sinigaglia, ma anche di tutta l’area. Annosi problemi di cui non si sa se si vedrà mai la fine. Però questa volta, vista la maniera in cui sono nate le cose, si potrebbe davvero fare squadra. Al sindaco la questione area stadio sta molto a cuore. Anche se, quella territorialità di cui si parlava nei presupposti, viene un po’ a cadere con tre proprietari di Miami, Roma e Cagliari.

Già, il tridente azzurro. Che all’interno ci fotografa e ci racconta Renzi, inteso come uno dei tre proprietari. Ci sarà davvero bisogno di fare squadra, visto il famoso proverbio secondo cui al comando di una squadra di calcio è meglio essere in numero dispari inferiore a tre. E come dimostrato anche (seppur dopo lodevole lungo periodo di luna di miele) dalla cordata Porro.

Pensare a una gestione di tre persone così distanti (come residenza fra loro, ma anche rispetto a Como), fa immaginare che ci vorrà una attenzione, un equilibrio e delle capacità speciali. Mentre la presenza di Ninni Corda, squalificato per un illecito, da ieri ufficialmente iscritto al progetto, fa capire che le regole sono fatte per essere facilmente aggirate. Corda comunque ha lasciato qui bei ricordi e non sarà certo visto con sospetto. Piuttosto, la gente ha voglia di ripartire senza se e senza ma e nemmeno vuole perdersi in inutili (a questo punto) riflessioni su chi fosse meglio. Per questo il ricorso della cordata Bruccoleri è visto dalla tifoseria come un ostacolo alla ripartenza al di là di ragioni o torti.

C’è voglia di ripartire, solo questo. In una serie D più difficile di 12 anni fa, perché in realtà è la ex C2 e perché qui ne sale solo una. Una battaglia che si vincerà, appunto, solo facendo squadra. A partire dalla conferenza stampa di mercoledì prossimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA