La Como che c’e’
guarda al mondo

Como c’è. Con tutte le riserve possibili e tutta la cautela che è necessaria nei casi in cui si afferma di esser contenti di un successo, si può dire che la città c’è.

Il suo nome non è uno tra i tanti delle città italiane, ma la città si è ritagliata negli ultimi anni un ruolo di centro che non passa inosservato. Da oggi anche grazie a Orticolario. Como si è conquistata un ruolo, a volte a fatica, ma sempre con una finalità raggiunta: fare girare il proprio nome per l’Italia e il mondo. Lasciare da parte la notorietà legata a turismo e
ambiente naturale è d’obbligo per non rischiare di ripetere discorsi già fatti tante volte. Oggi vale invece sfruttare la soddisfazione di essere noti per proposte messe in campo e che ritagliano alla città un posto di tutto rilievo.

Il merito è delle idee tradotte in realtà, l’ultima proprio Orticolario che si apre domani. Una rassegna che ormai ha varcato, e di molto, i confini italiani e che vanta tra i suoi 250 espositori molti francesi, segno che i maestri del gusto e dell’estetica apprezzano il gusto e l’estetica comasca anche nei fiori.

Orticolario ormai la conoscono in tutta Italia e fa gara con la milanese Orticola. Ma la passerella dei fiori non è la sola occasione che rende Como unica, ci sono anche Parolario, le grandi mostre, il teatro Sociale che proprio quest’anno ha compiuto 200 anni e che ha restituito alla città tanta cultura e voglia di stare insieme, oltre naturalmente a un’arena come non la si usava da tempo.

A questo punto Como ha da dire e da dare all’Italia e, cosa molto importante di questi tempi, dimostra di essere capace di creare occasioni di sviluppo e di lavoro. Attorno alle iniziative che polarizzano l’attenzione nazionale su Como si crea un indotto interessante, magari momentaneo, ma magari anche capace di seminare qualcosa, in termini di confronto e contatto, che potrà essere costruttivo e promettente.

A Villa Erba da oggi si incontreranno esperti del settore, pubblico generico, ma anche visitatori che verranno a Cernobbio non solo per acquistare e vedere i fiori, ma anche per immaginare il loro futuro giardino e per prendere contatti con i professionisti che, come hanno spiegato propri gli stessi florovivaisti, portano sul lago la qualità. Se la crisi sta uccidendo molte realtà imprenditoriali, sta infatti anche facendo piazza pulita di chi si era improvvisato florovivaista senza averne le reali competenze e questo, secondo gli esperti veri del settore, è solo un bene per il comparto: sopravviveranno solo coloro che saranno in grado di garantire la massima qualità del proprio lavoro.

E la qualità è il discrimine che sta rendendo famosa Como in tutta Italia. La città non ha infatti dimensioni e possibilità economiche per imporsi nel panorama delle realtà che fanno grandissimi numeri, in termini di pubblico, ma sta dimostrando di sapere vincere grazie alla qualità delle sue proposte.

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