La pioggia e la lezione
che vale per Expo

Piove per tutti, ma per qualcuno di meno. Per chi riesce a dotarsi di un riparo che funziona per ogni stagione.

I dati del turismo provinciale relativi a quella che si stenta a definire “estate” 2014 conducono - anche - a questa lezione. Ed è importante da imparare non a memoria, ma da far fruttare per Expo, rielaborandola sul territorio.

Chi si è difeso meglio da un meteo caparbiamente ostile? Non chi è più bello e basta: non esiste un angolo di Lario che sia brutto (a meno che lo maltratti l’uomo), che non si meriti il tutto esaurito per i suoi scenari. Ma ci sono alcuni che sono più favoriti di altri o che si sono costruiti qualcosa di diverso.

Como è lago, certo, e questo significa tanto, tantissimo. È il paradiso sognato dagli americani (e non solo), è l’atmosfera, ma è anche un “pacchetto completo”. E se l’espressione suona fredda, ciò non toglie nulla alla sua efficacia.

Cambiamo scenario e andiamo a Milano, dove ieri Explora ha raccontato ciò che sta facendo per promuovere l’Esposizione universale durante e dopo il 2015. Per catturare quegli oltre 20 milioni di visitatori dei quali tanto si parla, in modo che arrivino, ma soprattutto che ritornino. E lo fa afferrando la capacità di emozionare, tant’è che ha lavorato sull’identità di destinazione chiamandola “Wonderful Expo”. Dentro questa parola, c’è la bellezza che sa meravigliare. Dentro i prodotti che si stanno ritagliando - su misura, in base a nazionalità, cultura, particolarità del singolo individuo che può preferire la natura o l’arte o esige uno shopping sfrenato - ci sono moltissimi filoni. E guarda caso, Como rientra in una buona parte di questi.

Le bellezze naturali? Eccole servite, sempre ricordandosi di trattarle con cura. I prodotti artigianali? Vogliamo dire che i visitatori non avranno voglia di ammirare le nostre sete o ciò che esce da botteghe e aziende dell’arredamento? Il cicloturismo? Pedala già alla grande in diverse zone del lago, nonostante siamo in Italia e quindi la vita sulle due ruote è tutto tranne che facile. O ancora, il cibo e la sua tradizione che sul Lario ha un patrimonio di tutto rispetto. E l’arte, la cultura: non possiamo dimenticare il loro spazio, vitale, a Como.

Bene, allora abbiamo tutto: siamo a posto e i visitatori arriveranno in massa, sembra la scontata conclusione. Sbagliato. Abbiamo tutto, ma dobbiamo metterlo insieme. Metterci insieme.

Un territorio disunito non va da nessuna parte.

Un Lario compatto si sa proporre nelle sfumature delle sue emozioni. Sa agganciare Milano con garbo, al di là della presenza nel Padiglione Italia che pur è importantissima.

Ma quest’ultima opportunità va giocata fino in fondo, guardando a quei tesori che si fanno ammirare. Sistema Como lo sa e ci sta lavorando: nessuno va lasciato indietro.

Pochi giorni fa, Comocrea concludeva un’edizione positiva e si preparava a fissare le date dell’anno prossimo, per forza prima e dopo Expo: ma si sottolineava come sarebbe giusto, e proficuo, ricavare un momento, uno spazio al Padiglione Italia durante la vetrina di agosto, oltre all’ufficio di rappresentanza per tutti e sei i mesi.

I disegni dei tessili, a fianco delle opere d’arte, perché opere d’arte sono. Quanti capolavori, in ogni settore, può offrire Como.

La pioggia le ricorda anche questo: non sono solo un ombrello, bensì la possibilità di trovare un posto al sole più consistente nel panorama del turismo mondiale.

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