Le case del comune
non sono mai gratis

Como

C’è un equivoco grosso quanto una casa tra molti politici a caccia di voti facili. Riguarda appunto gli alloggi, quelli di proprietà pubblica. L’equivoco è che la casa del Comune possa essere gratis. L’irresponsabilità di alcuni si scarica sul drammatico bisogno di tanti.

Dalla quasi tragica situazione di Milano alla quasi pittoresca situazione di Como e di Fino Mornasco, si fa fatica a far passare un messaggio semplice e chiaro: nessuna casa è gratis. Anche quando l’inquilino non versa l’affitto ed è cronicamente moroso, qualcuno quel conto lo paga per lui.

Qualcuno che non abita a Milano, oppure a Como o a Fino Mornasco potrà anche cedere alla illusoria convinzione che la questione non lo riguardi. Tanto lui mica vive in questo o quel Comune e quindi non paga le tasse lì. Pura illusione. Che migliaia di inquilini delle case comunali di Milano o decine di affittuari di alloggi, negozi e ristoranti di Como e qualche nucleo ospitato negli immobili del Comune di Fino non paghi il canone non è un problema che finisce appena varcato il confine di quel territorio. Quel conto, infatti, lo paghiamo tutti.

Bisogna fare una netta distinzione tra chi è nell’assoluto bisogno e dunque non è in condizione di pagare un benché minimo affitto - e qui siamo alla voce assistenza - e chi invece fa il furbo e occupa case comunali o dell’Aler senza averne diritto o per reddito o per criteri di assegnazione. C’è anche chi fa il dritto facendosi beffe di chi ha veramente bisogno. Nel caso delle situazioni di assistenza va da sè che non si possa pretendere il pagamento di niente. Negli altri casi, però, è doveroso che chi gode di un bene della collettività corrisponda il giusto stabilito dai contratti.

La realtà abbiamo visto è ben altra. A Milano centinaia e centinaia di abusivi nelle case comunali, tantissimi che non versano nulla. A Como per anni persone di buon reddito, se non benestanti, hanno continuato a usufruire di alloggi comunali e anche di attività commerciali senza versare il giusto e in alcuni casi senza versare un bel niente. A Fino è di questi giorni - ne parliamo oggi in Cintura - la vicenda che riguarda trenta alloggi comunali dove si registra un buco di 80 mila euro di mancati canoni versati. Come a Milano e a Como, anche a Fino l’amministrazione comunale cerca una soluzione di buon senso: ripristinare il diritto.

«È una questione di giustizia - ha spiegato il primo cittadino finese - Se tutti pagano potremo usare le risorse per fare manutenzione nel condominio». Lo stesso ragionamento viene applicato a Como dove ci sono oltre cento alloggi chiusi perché inagibili per mancanza di manutenzione. Il nuovo assessore al Patrimonio ha passato in rassegna tutti i contratti di affitto scovando chi pagava poco e chi non pagava affatto. E ha imposto il rispetto del contratto facendo sfrattare gli inadempienti.

In questo caso, come a Fino, c’è chi non gradisce e accusa gli amministratori di «volere fare cassa» sulle spalle dei presunti poveretti costretti a vivere in case fatiscenti. L’idea che si vuol far passare è che non si può pretendere di far pagare l’affitto perché le case sono messe male. Ma se non si incassano i soldi degli affitti non ci saranno nemmeno le risorse per sistemarle. Un po’ come avviene per il grande raccordo anulare di Roma o la Salerno-Reggio Calabria: non si paga il pedaggio perché poco efficienti. Così si perpetua la gratuità per alcuni mentre altri lo stesso servizio lo pagano. E caro.

Sotto sotto c’è davvero la convinzione che qualcuno possa continuare a fare il furbo perché tanto non paga nessuno. Invece così paghiamo tutti.

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