Migranti, basta tirare
noi sindaci per la giacca

Migranti. L’argomento di cui si discute polemicamente in questi giorni riguarda un fenomeno che ha caratteristiche bibliche, estremamente serio con ripercussioni pesantissime sia dal punto di vista della convivenza con la comunità residente, sia della pace sociale che della difficile realtà economica in cui questi arrivi si inseriscono, sia con l’aspetto prettamente morale. Ci troviamo invece di fronte a una rissa da pollaio dove chi ha la responsabilità del Paese e della Regione gioca a parlare alla pancia della gente dimenticandosi che di mezzo ci sono esseri umani. Litigano invece di trovarsi a un tavolo di lavoro, cercare insieme una strategia e un percorso comune. Riconosciamo che una soluzione è difficilissima da trovare. Non c’è una verità assoluta. Non c’è una soluzione da bacchetta magica.

Nel dibattito ciascuno ha portato ragioni condivisibili. Ma la sintesi richiede una confronto sereno e non ideologico ma produttivo e pragmatico. È esattamente quello che ci chiedono i nostri cittadini.

Da amministratore, e credo di interpretare il comune sentire di molti colleghi, reputo scandaloso essere usati per questi proclami e sentirci quasi sotto ricatto. C’è chi vuole tagliare le risorse se… Chi ce le vuole dare di più se… Insomma, basta con questo tirarci per la giacchetta da una parte e dall’altra, basta essere strattonati e strumentalizzati. L’altra cosa scandalosa che sta avvenendo è l’inserimento in questa diatriba ideologica dello scontro Nord-Sud, che pensavamo ormai accantonato davanti a questa nuova emergenza.

Non bastasse – e parlo ancora da amministratore locale - quanto noi dobbiamo soffrire per il patto di stabilità, per la diminuzione continua dei trasferimenti dello Stato in questi ultimi anni, per la diminuzione delle risorse che deriva dalla tassazione locale che ci ha reso esattori per conto dello Stato, dalle incertezze normative e applicative e dall’altra parte l’obbligatorietà di dare in maniera responsabile risposte concrete ai cittadini con i servizi.

Non mi arrendo, però, a questo clima e ho fiducia e speranza perché la gente malgrado tutto ha voglia di credere nelle persone e negli amministratori e nei politici – e ce ne sono tanti in tutti i partiti, schieramenti e movimenti – che sono sempre appassionati, seri, concreti, coerenti e credibili. Dispiace vedere da parte di alcuni prendere pubblicamente queste posizioni così di rottura e di contrasto quando invece i cittadini ci chiedono un confronto serio e sereno per affrontare e, dove è possibile, risolvere i problemi.

Non dimentichiamoci che di mezzo ci sono persone, volti, vite umane. Ovviamente dobbiamo renderci conto che non possiamo farci carico di tutti perché finiremmo per farlo male distruggendo anche il futuro dei nostri figli.

Dobbiamo invece agire con equilibrio coniugando la buona amministrazione, la giustizia e la carità umana. Anche quando diamo risposte negative. Ovvio che noi più di tanto non possiamo fare nell’accoglienza, ma i nostri modi devono sempre essere rispettosi delle responsabilità che ci competono e dell’umanità che ci sta davanti. Insomma, voglio dire che c’è modo e modo anche di dire di no.

Per concludere il mio auspicio è che i politici che ci rappresentano ad alto livello trovino il modo per lavorare insieme nell’interesse del Paese e di quella civiltà che ci contraddistingue come italiani di fronte al mondo.

*sindaco di Erba

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