Omicidi stradali
Pene più severe

Dopo gli ultimi gravissimi incidenti stradali è tornata d’attualità la proposta di introdurre il nuovo reato di omicidio stradale con l’intento di aggravare le sanzioni sia penali che amministrative e di predisporre una corsia preferenziale per lo svolgimento veloce dei processi. L’ha preannunciato il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che dovrebbe inserire la proposta in un disegno di legge da presentare entro questo mese nell’ambito di un “pacchetto” di nuove norme sulla giustizia.

Un analogo tentativo era stato già fatto dal precedente Parlamento che nel 2012 stava appunto esaminando in Commissione Trasporti della Camera la legge delega per la riforma del codice della strada, nella quale era stato inserito appunto il reato di omicidio stradale che prevedeva per i responsabili ubriachi o sotto l’effetto di droghe la pena detentiva da 8 a 18 anni con l’arresto in flagranza e la revoca definitiva della patente.

In effetti si avverte la necessità di pene più severe e di processi più rapidi per condotte di guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di stupefacenti che quando provocano incidenti mortali possono configurare in taluni casi veri e propri omicidi volontari per dolo eventuale. I dati statistici in proposito sono allarmanti. Nei primi dieci mesi del 2013 oltre 18 mila sono state le denunce per guida in stato di ebbrezza e oltre 1.000 quelle per guida sotto l’effetto di droghe.

Non vi è dubbio che chi uccide sotto l’effetto di alcol o droghe debba subire una sanzione penale più forte di quella attuale (pena da tre a dieci anni di reclusione), che con le attenuanti previste (generiche, patteggiamento, giudizio abbreviato e risarcimento del danno) può ridursi in modo sensibile e configurarsi come una sostanziale impunità per la sospensione della pena. Ormai i tanti, troppi incidenti mortali sono diventati un problema sociale ed occorre, quindi, adottare idonee misure di prevenzione e repressione del fenomeno e di maggiore tutela delle vittime. Le norme attuali, come si è visto, non sono più sufficienti e vanno cambiate.

Giusto, dunque, il nuovo intervento in materia preannunciato dal Ministro Cancellieri che dovrebbe recepire la precedente proposta parlamentare. Bisogna, però, non farsi trascinare dall’emotività generata dagli ultimi gravi episodi. C’è il rischio, infatti, di introdurre una normativa contraddittoria ed incostituzionale. La previsione di un’unica fattispecie di omicidio stradale punirebbe, infatti, allo stesso modo casi tra loro diversi come quelli più gravi già ora punibili a titolo di omidicio volontario per dolo eventuale e gli altri meno gravi punibili a titolo di omicidio colposo.

Sarebbe, pertanto, preferibile prevedere soltanto un’ulteriore inasprimento delle pene detentive, soprattutto quelle minime, e delle sanzioni accessorie (ritiro della patente e sequestro del veicolo), una corsia preferenziale per tali processi (rito direttissimo o abbrevato) in modo da accelerare i tempi del risarcimento del danno con introduzione dell’obbligo della provvisionale. Il ritiro della patente (cosiddetto ergastolo della patente) non dovrebbe essere, però, definitivo perchè la misura rischierebbe di essere una sanzione unica nell’Unione europea. Riguardo alla custodia cautelare, poi, va considerato che la Consulta ha escluso l’obbligatorietà della stessa nei confronti dei responsabili di questi reati.

Ma dovrebbe essere rivista anche la normativa concernente il rinnovo della patente di guida per gli anziani. I controlli per tali persone dovrebbero essere più rigorosi e più frequenti. E dopo gli 80 anni sarebbe opportuno prevedere il ritiro della patente, essendo presumibile a tale età quanto meno la riduzione dei riflessi e dei tempi normali di reazione. In ogni caso, l’esame periodico delle condizioni psico-fisiche dovrebbe essere più accurato e non limitato soltanto al controllo della vista e dell’udito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA