Pasticcio tasse
da Roma a Como

La stangata sotto l’albero di Natale è un classico. Ma in questo caso non si tratta della solita metafora, oppure di stime, ma di pura, semplice e deprimente realtà. Non bastavano le scadenze di fine anno, non bastavano il saldo dell’Imu, i bolli, le assicurazioni e le rate del mutuo a mangiarsi la tredicesima.

Ora ci si mette pure la tassa sui rifiuti, che in questi giorni sta placidamente atterrando nelle cassette delle lettere di 45mila comaschi. Con un clamoroso ritardo che condanna molte famiglie e imprese a una condizione di incertezza, mettendole spesso nei guai dal punto di vista della liquidità.

Facciamo un passo indietro, per ricostruire questo pasticciaccio brutto che parte da Roma e arriva a Como. Il governo centrale ci ha messo del suo, con annunci contraddittori a cadenza quotidiana che provocherebbero una crisi di nervi persino a Giobbe. Ma Palazzo Cernezzi, stavolta, non è stato da meno.

Gli importi del saldo Tares, approvati il 3 luglio, sono stati corretti a fine novembre dopo la scoperta di un clamoroso errore nel software di una società esterna, che aveva sballato tutti i conti. E la correzione si è portata dietro una serie di aumenti. Più alte le tariffe per ristoranti, pub, mense e birrerie (addirittura +117,6%), ma anche per ortofrutta, pescherie, fioristi, pizzerie al taglio (+80,8%). E poi aumenti per bar, pasticcerie, banchi di alimentari al mercato (+67,7%).

Non è tutto. Rispetto alla vecchia Tarsu la tassa rifiuti costerà di più a quasi tutte le tipologie familiari, anche se la stangata riguarda soprattutto i nuclei numerosi. Nel caso di un appartamento di 50 mq, si passa dal +35% di un single fino al +178% di una famiglia di cinque persone. Per un’abitazione di 100 mq spendono meno un single e una coppia (-6 e -3%), ma si arriva a +65% per un nucleo di cinque componenti.

Gli errori di calcolo, scoperti alla metà di novembre (alla vigilia delle dimissioni dell’assessore al bilancio, Giulia Pusterla), avevano costretto a rivedere tutti gli importi e a posticipare la data di scadenza dal 30 novembre al 31 dicembre, a due sole settimane dal pagamento del saldo Imu.

Tutto a posto? Niente affatto. Non solo le tariffe sono state riviste al rialzo per far quadrare i conti (l’incasso finale deve essere di 12,5 milioni), ma i bollettini sono stati pure spediti in ritardo. E così moltissimi comaschi si ritroveranno la richiesta di pagamento nella cassetta delle lettere oggi, oppure addirittura dopo Natale, con pochissimi giorni a disposizione per saldare il conto.

Un paradosso che ha portato il sindaco ad annunciare, con sano buon senso, «tolleranza fino a metà gennaio». Poi partiranno i solleciti di pagamento, che avranno in aggiunta i costi di notifica (8,75 euro). E per chi non salderà nemmeno dopo il sollecito scatterà anche la sanzione, pari al 30% dell’importo.

Tutto a posto? Niente affatto, anche questa volta. Tra i fortunati (si fa per dire) che hanno già ricevuto il bollettino sono spuntate le prime cartelle “pazze”, come quella che ha appioppato 165 euro di Tares a una residente di via Ferrari. Non per l’appartamento, ma per un box di 14 metri quadrati. La speranza è che siano solo casi isolati. Visto il pregresso, però, il timore di un’ulteriore coda velenosa c’è tutto.

Resta il fatto che, stremate da un anno già durissimo, tante famiglie si apprestano ad aprire il portafoglio per l’ennesima volta. L’ultima, si spera.

Aspettando un radioso 2014 con il solito balletto sulle nuove tasse, i mesi che passano, la Iuc che diventa un singhiozzo, il bilancio comunale che slitta, le cavallette dei Blues Brothers e via discorrendo. Con il solito comasco che alla fine brontola e paga.

Avviso ai naviganti. Stavolta ascoltate bene il suggerimento di Molteni (il consigliere che ha denunciato la storia del garage a peso d’oro): prima di pagare guardate con attenzione il bollettino.

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