Perchè dobbiamo
un grazie a Batman

È dura dirlo, ma noi lombardi dovremmo un pubblico ringraziamento a “Batman” Fiorito. Per chi non lo conoscesse, trattasi del pingue (ex) consigliere regionale del Lazio, scuderia Pdl, che per anni si è dedicato alla bella vita a spese del contribuente. Colui che, per intenderci, con i nostri soldi si era comprato un suv soltanto perché il giorno dopo a Roma era prevista neve.

Ebbene, per via di questo personaggio, l’opinione pubblica e, finalmente, anche la magistratura e la guardia di finanza, hanno deciso di sollevare il velo sopra i rimborsi dei consiglieri regionali.
Così, tutto a d’un tratto , gli
italiani hanno scoperto che di Fiorito era piena l’Italia, dal Piemonte all’Abruzzo, sino alla integerrima Lombardia di celeste e verde vestita. Il vizio di allegare lo scontrino perché tanto rimborsa Pantalone, insomma, era una prassi consolidata e tanto potente da scavalcare ogni sorta di divisione politica e ideologica. L’atto di chiusura indagini per lo scandalo del Pirellone ne è la testimonianza: 65 tra consiglieri e assessori, con una qualificata rappresentanza locale (quattro comaschi, cinque lecchesi e tre valtellinesi), di tutti i colori politici.

C’è il leghista duro e puro di Roma ladrona e basta con i parassiti che vivono alle spalle di noi che si lavora e paghiamo le tasse; il berlusconiano credente e praticante della religione del libero mercato e dell’iniziativa privata; la giovane rappresentante del partito dei pensionati; la Minetti; pure il consigliere del Partito Democratico che all’opposizione intransigente in aula accostava altrettanto zelo nella conservazione degli scontrini e nella composizione della nota spese.

Certo, sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio: vi sono posizioni diverse e responsabilità più o meno gravi. C’è rimborso e rimborso: farsi rimborsare il pranzo di nozze della figlia o affidare al genero muratore centinaia di migliaia di euro in consulenze hanno un peso diverso dal farsi restituire i soldi per un libro, un biglietto del treno o una cena a tre all’osteria della busecca.

Quello che accomuna tutti questi comportamenti, a parte la violazione del codice penale (almeno secondo la Procura), è però il senso di spregio del cittadino elettore. A leggere queste liste di trattorie, ristoranti, banchetti per 40 persone e più, sembra di respirare un’aria di superiorità, di impunità, dovuta a incarichi paradossalmente conferiti dai cittadini, vale a dire le stesse vittime di questo agire. Un fenomeno che se è stato interrotto, lo si deve alle esagerazioni di un singolo, il nostro Fiorito, senza le quali lo scandalo, forse, non sarebbe nemmeno mai scoppiato.

E sì che quando queste spese folli sono state sostenute e rimborsate, la crisi marciava già spedita. I segnali c’erano tutti. Non li vedevano, o fingevano di non vederli, soltanto i protagonisti delle tante campagne elettorali sfarzose e pacchiane cui abbiamo assistito.

Non c’è da sorprendersi, poi, se alla luce di questi comportamenti, bastano quattro promesse buttate là dal primo che passa per la strada, o per la rete, per catturare consensi. Perchè a questo punto non importa più quale sia la proposta, chi sia a sostenerla. Importa soltanto che il nuovo sia il più diverso possibile dal vecchio. Punto. E le responsabilità non sono di Grillo, giusto per fare un esempio, sono di coloro che hanno alimentato la rabbia e lo sconforto che poi Grillo sta raccogliendo e più o meno sapientemente gestendo.

Tutta colpa di uno scontrino? No. È anche colpa di uno scontrino. Ma è la colpa di tutti coloro che alla “Grande bellezza” hanno preferito “La grande abbuffata”.

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