Salvare la Grecia
ascoltando il Papa

Con una coincidenza che suona beffarda nei confronti di chiunque seguiti a considerare il pontificato di Bergoglio come una sorta di incidente della storia, l’enciclica del Santo Padre si intreccia curiosamente con il paventato défault della Grecia. Un’attenta lettura di questi due fatti, apparentemente distanti e diversi, aiuta a scorgere l’esistenza di un denominatore comune: il ruolo dell’economia sulle sorti del cittadino.

Per capire il dramma del popolo greco sarebbe opportuno valorizzare le parole di Francesco per riscoprire la funzione dell’economia nella storia dell’uomo.

In quest’ottica, sarebbe utile ricordare l’etimo del lemma. Economia deriva dal greco oikos (casa) e nomos (norma o legge): l’economia, quindi, come “gestione della casa”.

La ragione fondativa dell’economia resta, pertanto, il soddisfacimento dei bisogni dell’uomo. In modo alquanto riduttivo, nell’immaginario collettivo il Novecento rappresenta il secolo dei totalitarismi. In realtà, il ’900 è anche il secolo in cui l’Occidente ha suggellato il proprio primato sul pianeta imponendo un modello globale di sviluppo che, col tempo, ha finito per snaturare il ruolo dell’economia: non più “mezzo” di cui si serve l’uomo per migliorare la propria felicità ma “fine”, autoreferenziale e totalizzante.

La subalternità dell’uomo e della Natura alle leggi dell’economia rappresenta la naturale conseguenza di questo processo degenerativo che l’Occidente non ha saputo, né voluto, contrastare. Col tempo, infatti, le classi dominanti hanno conferito a questo modello una dignità e una piena legittimazione attraverso una sapiente manipolazione dei valori liberali: la parola “libertà” ha finito per rattrappirsi al punto da avere una sola declinazione, quella economica.

In questo senso, la celebrata “fine delle ideologie” era solo una grande mistificazione utilizzata per occultare il trionfo dell’unica, vera ideologia rimasta sul campo: quella del Mercato. Il governo degli uomini soppiantato dal governo delle leggi economiche: è stato questo il nuovo verbo imposto dall’idolatria del Mercato.

La totale assenza di regole in grado di governare e orientare gli spiriti animali del capitalismo, ha condotto all’avvento della finanza, cioè, ad una versione inedita di capitalismo nel quale il denaro è in grado di autoalimentarsi producendo denaro, in modo perfino poderoso.

Il mondo occidentale ha accettato questi processi di trasformazione del capitalismo ritenendoli non solo giusti ma anche necessari per garantire la felicità dei popoli.

In realtà, a tutti i commensali sono stati nascosti i costi dei generosi pasti offerti dal “sistema”. Ecco, quindi, a cosa serve il monito imperioso di papa Francesco i cui accenti ci portano ad un mondo che ci sembra lontano e irreale. In questo senso, Bergoglio appare, talora, come un corpo estraneo alla cultura occidentale (vox clamans in deserto..), una cultura asservita alla mistica del denaro e del profitto, incurante dell’uomo e del destino delle genti.

L’Enciclica del Papa potrebbe costituire per l’Europa l’occasione per emendare gli errori commessi finora.

Le parole di Bergoglio sono dotate di una forza squassante che non possiamo ignorare. Ecco perchè non è giusto umiliare il popolo greco, perchè sarebbe come addossare ai figli le colpe dei padri. Non c’è nulla di cristiano, né di laico, in questo delitto: questo, l’Europa, dovrebbe saperlo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA