Una casa di vetro
nella città che cambia

Como è cambiata. I segnali sono diversi, l’ennesimo è arrivato ieri con l’apertura dell’infopoint (quello che un tempo si indicava come ufficio turistico) al Broletto. Si tratta di una piccola opera ma ugualmente importante per almeno due aspetti.

Primo, il nuovo servizio è valso a recuperare un angolo del centro di straordinaria bellezza eppure da molti anni in uno stato di grande abbandono. Lì dove c’erano, giorno e notte, sbandati e spacciatori ora si trovano famigliole di turisti così come già accadeva ieri contestualmente all’inaugurazione. L’area è diventata più accessibile, più frequentata e quindi più sicura. Non è poco considerato che si trattava dell’angolo di piazza Duomo da molti anni considerato il più sporco e pericoloso del centro. L’impatto sul monumento, al centro di grandi preoccupazioni all’avvio dell’iniziativa, è alla fine risultato minimale. E se il progetto, a suo tempo, è stato criticato da qualche addetto ai lavori per la sua presunta mancanza di coraggio, oggi che è realtà merita un elogio per la capacità di coniugare rispetto del contesto e funzionalità. Non solo, i lavori continueranno e a breve – così ha spiegato l’architetto Darko Pandakovic - verrà installato un nastro di vetro che consentirà di vedere le fondamenta stesse del Broletto. Con poco, in sostanza, ritroveremo un monumento che sino ad ora si è fatta fatica a conoscere da vicino. L’intuizione è stata giusta: l’occasione dell’infopoint ha permesso di valorizzare il Broletto e, particolare non secondario, consentirà di rimuovere il chiosco da via Magistri Comacini oggi collocato lì dove non avrebbe mai dovuto stare, lungo il cannocchiale tra piazza Duomo e la Casa del fascio.

Semmai, per poterne sfruttare al massimo le potenzialità sarebbe ora opportuno segnalare in modo adeguato il nuovo spazio. Ciò che è stato messo ieri in piazza Duomo, anche al tempo degli smartphone, non è sufficiente.

Ma c’è una seconda ragione che dà importanza all’apertura dell’infopoint. L’attenzione con cui sono stati seguiti i lavori, l’attesa stessa per l’avvio del servizio e l’inaugurazione stessa, in agenda il 4 agosto quando solo alcuni anni fa gli assessori al massimo asfaltavano qualche strada, danno la misura di quanto Como sia cambiata nel giro di pochi anni. Una decina di anni fa, in questo periodo dell’anno, quasi tutti gli alberghi erano chiusi, i commercianti stavano in vacanza tanto che comperare pane e latte era una mezza impresa, la sera non c’era mai nulla da fare e le strade del centro erano deserte soprattutto nel fine settimana. La Como di oggi è piena di turisti stranieri tutti i mesi dell’anno, la nostra è diventata una città più viva, vitale e vivibile rispetto al passato.

Certo, c’è ancora molto da fare. L’allargamento della Ztl, che però ha diviso la città, ha un senso solo a patto che proceda spedita la riqualificazione delle piazze. E’ stato perduto troppo tempo tra lo stop al traffico e la fase dei lavori tuttora non imminente tanto che molti non hanno capito perché, a suo tempo, correre quando poi ci sono voluti due anni circa per sbloccare il solo progetto relativo a piazza Grimoldi?

Sì, vero, via Plinio è rinata grazie ai tavolini e alle bancarelle ma sovrapporre Ztl e lavori di recupero, così come a suo tempo fu fatto per piazza Verdi, avrebbe aiutato anche i contrari perlomeno a capire di più.

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