Alserio, altro cigno impigliato negli ami
Ora la pesca ai giardini è vietata

Le guardie ecologiche questa volta sono riuscite a salvare l’animale - È scattata l’ordinanza del sindaco: «Era pericoloso, andava messo un limite»

«Basta: non si poteva più aspettare. Nell’area dei Giardini a lago scatta il divieto totale di pesca».

Così il sindaco, Stefano Colzani, commenta l’ordinanza appena firmata che introduce il divieto di pesca in qualsiasi orario sulla riva dell’area verde dei Giardini a lago, frequentata da decine di persone e, nella bella stagione, anche da scolaresche, privati e gruppi di turisti che si recano ad Alserio per alcuni momenti di relax.

A far scattare la scure del primo cittadino è l’ennesimo cigno che è rimasto impigliato negli ami e nei fili, lasciati purtroppo dai pescatori: per fortuna l’animale è rimasto ferito solo alle zampe: le guardie ecologiche volontarie hanno così potuto soccorrerlo e liberarlo.

Ma questo non è che l’ennesimo episodio di una lunga serie che purtroppo ha fatto registrare anche il decesso di un cigno. Poco prima di ferragosto, infatti, aveva suscitato rabbia la morte di un piccolo cigno, che era rimasto impigliato nelle lenze e nelle reti dei pescatori. Il piccolo, che faceva parte di una nidiata di cinque piccoli cignetti, era rimasto gravemente ferito negli ami e impigliato e probabilmente aveva sofferto anche a lungo nel tentativo di divincolarsi e salvarsi, ma non c’è stato nulla da fare. Non era la prima volta e, come si è visto, nemmeno l’ultima che un cigno restava impigliato negli ami dei pescatori e ferito, ma era la prima volta che un esemplare veniva proprio ucciso da un incidente causato tra l’altro quasi certamente da pescatori di frodo.

L’articolo completo su La Provincia di oggi, 2 ottobre

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