Rifiuti dei clan sotterrati
«Subito verifiche»

Il Circolo Ambiente Ilaria Alpi: «Rivelazioni inquietanti. Le autorità controllino e bonifichino»

Prima fu l’ex Lechler di Ponte Chiasso. Quindi toccò al cantiere per la realizzazione dell’attuale ospedale Sant’Anna. Ora l’area interessata è quella sotto i due ponti della Pedemontana, nel tratto finale della tangenziale di Como. Senza contare i casi dello svincolo di Lurago d’Erba e gli incendi nell’ex Walter di Oltrona San Mamette.

Le ecomafie fanno affari con i rifiuti anche nella nostra città e quei rifiuti finiscono pure per sotterrarli, appena possono, pur di disperderli senza dover rendere conto a nessuno (e soprattutto dover pagar dazio per lo smaltimento lecito). Le ultime rivelazioni, finite negli atti del processo per l’accumulo illegale di rifiuti sull’area de La Guzza, secondo le quali i clan avrebbero deciso di sotterrare quintali di materiali illeciti tra Camerlata e Casnate, proprio sotto ai ponti della Pedemontana, riapre l’allarme sul rapporto tra criminalità organizzata e tutela della salute.

«È inquietante - commenta Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” - quanto emerso nel corso del dibattimento al processo sui traffici illeciti di rifiuti della Smr Ecologia di Como, dove un imputato ha ammesso che parte dei rifiuti sarebbero stati interrati vicino ai piloni della tangenziale di Como. Un fatto gravissimo, che potrebbe avere conseguenze ambientali per il sottosuolo. Occorre quindi che si facciano i necessari controlli su quanto emerso dalle dichiarazioni in Tribunale».

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