Il muro è ancora in piedi
E ne spunta già un altro

Non ne bastava uno solo. Da oggi sul lungolago inizia la costruzione di un secondo muro. Più alto addirittura del primo. «Ma niente paura - fanno sapere da Palazzo Cernezzi - verrà abbattuto anche questo». Sembra una barzelletta, eppure è proprio così.

COMO - Non ne bastava uno solo. Da oggi sul lungolago inizia la costruzione di un secondo muro. Più alto addirittura del primo. «Ma niente paura - fanno sapere da Palazzo Cernezzi - verrà abbattuto anche questo». Sembra una barzelletta, eppure è proprio così. Oggi gli operai di Sacaim inizieranno la fase che, come da progetto appaltato, porterà ad erigere il parapetto della piazzola che si allarga sul lago davanti all’albergo Metropole Suisse. Il parapetto sarà composto di pannelli prefabbricati in pietra, gli stessi che servono per ricoprire la sponda che si affaccia sul lago e che si può vedere, per esempio, dalla diga foranea. L’altezza supererà di venti centimetri quella del muro che ha suscitato lo scandalo. È inevitabile che verrà oscurata un’altra buona porzione del lago per chi lo ammira dalla passeggiata attraverso le finestre ricavate nella recinzione in legno che delimita il cantiere.

In Comune sono ben consapevoli che la comparsa di questa nuova barriera potrebbe suscitare nuovamente le ire, peraltro mai placate, dei comaschi. Non è stato ancora abbattuto il primo muro che ne sorge un secondo. Il sindaco Stefano Bruni ha invitato a non fare «strumentalizzazioni», visto che comunque i pannelli «saranno tagliati e l’esondazione sarà evitata, anche in questo punto, con le paratie». Dall’opposizione piovono già le critiche. Luca Gaffuri, capogruppo del Pd in consiglio comunale domanda «chi pagherà questo lavoro che viene fatto con la consapevolezza già di doverlo rimuovere?». Intanto il sindaco annuncia che la soluzione definitiva è vicina. La prossima settimana potrà essere reso forse noto il progetto per l’abbattimento del muro.

Il progetto della nuova passeggiata comprende anche due piazzole che si allargano verso il lago a destra e a sinistra di piazza Cavour. Quella a sinistra, davanti al Metropole Suisse, è già stata realizzata. Dal Comune hanno tenuto a precisare che il parapetto che comparirà è quello previsto dal progetto appaltato. «A partire da domani - hanno scritto dall’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi - gli operai cominceranno a montare i pannelli che rivestono le palancole poste nell’acqua a protezione delle due piazzole di fronte a piazza Cavour. L’intervento riguarderà solo la piazzola già realizzata. Questi pannelli emergeranno dal piano del muro di sponda attuale di circa un metro e 20 centimetri. La loro altezza, tuttavia, verrà risagomata, ossia tagliata, alla quota che sarà stabilita nel nuovo progetto di variante generale, progetto che è in corso di definizione da parte dei tecnici comunali, provinciali e regionali».

Il primo cittadino ha ribadito di stare lavorando affinché al più presto si giunga alla definizione di una soluzione che preveda «di togliere completamente il muro e di difendere dalle esondazioni il lungolago e la piazza Cavour attraverso la posa di paratie». Entro questa settimana, d’intesa con la Regione e la Provincia, potrebbe essere definito il progetto di variante e a quel punto saranno definite anche le quote. «Spero che su questo punto non ci siano equivoci o strumentalizzazioni - commenta il sindaco - I pannelli verranno posizionati e in questa fase la loro quota corrisponde al progetto appaltato ma, a variante definita, saranno tagliati e l’esondazione sarà evitata, anche in questo punto, attraverso paratie. Settimana prossima potrebbe essere già pronta la soluzione definitiva che poi verrà sottoposta anche all’attenzione dei consiglieri». Dall’ufficio stampa hanno spiegato che «i lavori non possono essere fermati per non andare in contenzioso con l’azienda».

Luca Gaffuri, capogruppo del Pd in consiglio comunale, non riesce a crederci: «È ridicolo andare avanti quando ancora non si è deciso cosa fare. Non si dovrebbero fare lavori che saranno destinati a essere rimossi. Perché si va avanti? E chi pagherà? Dove sono finiti i picconatori che avevano detto di volere abbattere il muro?. Dove sono finiti il presidente e l’assessore regionali Formigoni Cattaneo, e la Lega che gridava “Como che non è Berlino”, uno slogan leghista già dimenticato. Spero che ci sia uno scatto d’orgoglio dei consiglieri che rimandino al mittente questa soluzione».
Dario Alemanno

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