Truffe con la carta benzina
Sequestrati conti bancari

Provvedimento applicato alle società dei gestori degli impianti di carburante coinvolti nell’inchiesta: 32 indagati, di cui cinque hanno già presentato istanza di patteggiamento

Tremano le Società, dalle piccole alle grandi: tranne quelle individuali, sono responsabili amministrative dei reati commessi da soci e dipendenti e perciò potrebbero essere soggette a sanzioni pecuniarie, poiché non hanno vigilato e sono in colpa per omissione.
Per la prima volta in assoluto, la Procura di Como ha applicato il decreto legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001 sulla «responsabilità amministrativa per reati previsti dal codice penale» e l’ha applicato dove forse nessuno se lo aspettava: sulle società dei gestori degli impianti di carburante coinvolti nell’inchiesta per la truffa sulle carte sconto benzina, 32 indagati, cinque che hanno già presentato istanza di patteggiamento dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini che contesta l’ingiusto profitto ottenuto con raggiri ed artifici. Avranno la riduzione della condanna alla reclusione, la sospensione condizionale della pena e la non menzione, benefici subordinati al risarcimento del danno arrecato tra il 2007 e il 2009.
I provvedimenti, intanto, si sono spostati sulle Società: per cinque, ma altre potrebbero aspettarselo, è scattato il sequestro preventivo dei beni, cioè del conto corrente bancario, nel limite dell’importo corrispondente all’ingiusto profitto conseguito. L’ha disposto il decreto del Gip Valeria Costi, chiesto ed ottenuto dal pm Daniela Meliota che forse aveva lanciato un segnale sull’intenzione di procedere con i sequestri in un recente convegno specializzato.

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