False fatture: processo
per cinque imprenditori

Un'archiviazione completa, tre stralci verso altri tribunali (Lecco, Monza e Brescia) per questioni di competenza territoriale, cinque rinvii a giudizio.  Si è conclusa così, l’udienza preliminare del processo nei confronti dei nove industriali, tra i quali il presidente del collegio degli edili comaschi Valentino Carboncini, a vario titolo accusati di evasione fiscale e false fatturazioni a margine dei lavori di realizzazione dell’hotel Cruise a Montano Lucino

COMO Un'archiviazione completa, tre stralci verso altri tribunali (Lecco, Monza e Brescia) per questioni di competenza territoriale, cinque rinvii a giudizio.  Si è conclusa così, l’udienza preliminare del processo nei confronti dei nove imprenditori, tra i quali il presidente del collegio degli edili comaschi Valentino Carboncini, a vario titolo accusati di evasione fiscale e false fatturazioni a margine dei lavori di realizzazione dell’hotel Cruise a Montano Lucino, tra il 2003 e il 2006. Per tre imputati - il lecchese Giuseppe Crippa, titolare delle omonime officine meccaniche di Olginate, il bresciano Angelo Mingotti, della Europa costruzioni, e Mario Secondo Cerveglieri, proprietario della Fac elettrica Spa di Cesano Maderno - il giudice Valeria Costi ha disposto la trasmissione dei fascicoli ai tribunali di competenza, accogliendo la tesi dell’avvocato di Mingotti Fabio Gualdi (Stefano Pellizzari e Stefano Morri assistevano gli altri due) secondo il quale non esiste connessione tra i reati contestati al suo cliente e quelli contestati agli altri imputati, quantomeno non tale da motivare il mantenimento del fascicolo a Como. Esce completamente dal processo Giovanni Donadoni, di Villa Guardia, assistito dall’avvocato Mauro Gatti. La guardia di finanza lo aveva indagato per due fatture risalenti a sette anni fa: entrambe sono ampiamente prescritte. Tutti gli altri hanno scelto la strada del dibattimento, rinunciando alla possibilità di essere giudicati con qualcuno dei riti alternativi che, nella sede dell’udienza preliminare, garantiscono, in caso di condanna, uno sconto di un terzo sulla pena edittale. Tra i rinviati a giudizio anche i due fratelli Carboncini, Valentino e Francesco, assistiti dall’avvocato Michele Parravicini: il presidente degli edili si è visto archiviare l’accusa di «dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti». Il giudice ha ritenuto che non si trattasse di reato riconducibile alla sua persona, visto che le fatture per le quali si era ritrovato indagato furono emesse e firmate da suo fratello. Restano in piedi le altre contestazioni, che accomunano il destino di Carboncini a quello di Augusto Sampietro, settantenne imprenditore di Villa Guardia, difeso dall’avvocato Massimo Ambrosetti, a quello di Piergiorgio Piatti, 67 anni di Lurate Caccivio (lo difende l’avvocato Anna Maria Restuccia) e di Salvatore Prestianni, 61 anni di Lomazzo (assistito da Gualdi). Sulla vicenda incombe il rischio - o l’auspicio, a seconda dei punti di vista - di una prescrizione tombale. La data del processo tradisce le difficoltà in cui si dibatte la sezione penale del tribunale di Como, costretta per la prima volta dopo tanti anni a fissare processi piuttosto in là nel tempo. Carboncini e gli altri saranno infatti giudicati il 7 febbraio del 2011.

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