Maxi evasione fiscale,
i soldi li devono gli svizzeri

Imprenditore di Vacallo chiamato in causa dal fisco per il pagamento delle tasse in Italia. Salatissimo il conto 112 milioni di euro in quattro anni di lavoro

COMO Le società erano in svizzera, ma gli affari quasi tutti in Italia. Per questo motivo la guardia di finanza di Olgiate Comasco contesta ora a un imprenditore di Vacallo una maxi evasione fiscale da 112 milioni di euro. L'indagine fiscale ha riguardato due società di Chiasso, attive nel commercio all'ingrosso di tessuti e abbigliamento. Società che, pur avendo sede legale e operativa in Svizzera, potevano contare su rapporti d'affari ingenti con l'Italia, dove lavorano il direttore e il vicedirettore delle società stesse. Rapporti talmente fitti da aver spinto alle due aziende finite nel mirino dei finanzieri alcuni conti correnti bancari in istituti del Comasco. Proprio da questi conti sono partiti gli accertamenti da parte delle fiamme gialle, che si sono conclusi imputando al legale rappresentante delle ditte di Chiasso - un 36enne di Mendrisio - una "stabile organizzazione" in Italia, che prevede l'obbligo di presentazione anche della dichiarazione dei redditi.
Per dimostrare l'attività in Italia delle due società elvetiche, le fiamme gialle sono riuscite a risalire agli spostamenti delle auto utilizzate dai responsabili commerciali dell'azienda grazie al telepass, i cui dati hanno fornito tutti i passaggi ai caselli autostradali fornendo un riscontro ai rapporti commerciali intessuti con aziende di Roma, Napoli, Parma, Torino, Piacenza, Bergamo e Rimini.

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