Cabiate, il ragazzino morto
"Ma la strada non è pericolosa"

L'incidente mortale di Gaetano Sesto, 17 anni di Mariano Comense, sarebbe stato causato dal dosso artificiale di via Padulli, ma il sindaco Maurizio Brenna difende il tratto di strada

CABIATE Sconcertato, amareggiato, ma soprattutto con una stretta al cuore per quanto accaduto. Il sindaco Maurizio Brenna ha un figlio della stessa età di Gaetano Sesto, il 17enne marianese morto in un incidente stradale la notte tra sabato e domenica in via Padulli, e quando ha saputo della tragedia gli è mancato il respiro per qualche secondo. «Moralmente siamo vicini alla famiglia per questo dolore immenso».
Il giovane, “Gae” per gli amici, lascia i genitori e due fratellini: è deceduto in seguito alle ferite riportate dopo l'urto contro un paletto, collocato in via Padulli a protezione dei pedoni: un ostacolo, pensato per aumentare la sicurezza degli utenti deboli della strada, per lui risultato fatale. Il ragazzo indossava il casco, ma non è bastato a proteggerlo dal colpo tremendo. Da una prima ricostruzione, sembra che dopo una serata trascorsa tra coetanei in un locale di Figino Serenza, il gruppetto stesse facendo ritorno a casa: Gaetano sullo scooter prestato dall'amico ha affrontato il "dosso" di via Padulli, che serve proprio per far rallentare la velocità dei mezzi, ma il rialzo gli è stato fatale. Eppure via Padulli non è considerata una strada pericolosa, tanto più che solo quattro anni fa è stata oggetto di un radicale intervento di riqualificazione. «Tanto tempo fa la strada era a doppio senso di marcia – spiega il sindaco – poi portata a uno nel tratto verso la ferrovia. Con la sistemazione, abbiamo aggiunto un altro tratto con un'unica direzione di marcia, quello compreso tra via Verdi e via Battistii». La sistemazione ha introdotto anche una pista ciclo-pedonale, il dosso artificiale – l'unica in tutto il tratto - i paletti a tutela dei pedoni e l'introduzione del limite dei 30 km orari.

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