Brevi, prima estate da mister
"Che bello ricominciare"

Stavolta c'è stato il tempo per pensare da allenatore, c'è il tempo per allestire e preparare una squadra, e c'è stato già anche il tempo per vivere il patema di una riconferma in panchina: "Sono carico. La società mi ha chiesto, ci ha chiesto, di fare meglio dell'anno scorso"

SONDALO Oscar Brevi, nuovo capitolo. Stavolta c'è stato il tempo per pensare da allenatore, c'è il tempo per allestire e preparare una squadra, e c'è stato già anche il tempo per vivere il patema di una riconferma in panchina. Ora sì, patentino o no, Brevi è l'allenatore del Como senza più pensare ad altro se non ai limiti formali che la mancanza del titolo ufficiale gli impone. Una posizione che tutto sommato gli dà il vantaggio di avere al fianco una spalla esperta, un suo amico, come Carlo Garavaglia.
Cominciamo proprio da quest'estate, dall'attesa di sapere se questa panchina sarebbe stata ancora tua.
«Come l'ho vissuta? Beh, certo che un po' di apprensione c'è, c'è stata. Il mio desiderio era ovviamente quello di continuare a lavorare per il Como. Dunque finchè tutto non è stato definito non ero completamente tranquillo. Ero già stato contattato anche da Traini, quando si parlava dell'arrivo di Ciuccariello, dunque la mia candidatura c'è sempre stata. Poi è successo quel che è successo, sono girati altri nomi, li ho letti e li ho sentiti. Che dire? E' normale, è calcio, è anche giusto che una società faccia le sue valutazioni».
Squadra improntata sui giovani, certamente di più rispetto alle ultime stagioni...
«Beh, con i nuovi regolamenti è quasi indispensabile. L'importante è sceglierli giusti, e scegliere altrettanto bene giocatori più esperti in grado di trascinarli. Comunque, se guardiamo, anche l'anno scorso nell'ultima parte di stagione i ragazzi giovani in campo non erano pochi...».
Primo ritiro da allenatore, a livello personale che sensazioni dà?
«La tranquillità di avere più tempo per lavorare, per programmare, per avviare meglio il percorso, per crescere strada facendo. Sappiamo che non sarà una passeggiata facile, ma una strada impegnativa. Però sono carico e contento di percorrerla dall'inizio. La società mi ha chiesto, ci ha chiesto, di fare meglio dell'anno scorso: ovvero, non salvarci all'ultima giornata e fare qualcosa in più di quei 40 punti. E' questo l'obiettivo per cui lavoreremo, il resto si vedrà. Lo staff che ho vicino è un bel punto d'appoggio, così come il fatto di avere un direttore sportivo, figura che ci mancava e che sarà di grande importanza. Il Como si è iscritto senza problemi, ed è già qualcosa in più rispetto a tante altre società. Partiamo fiduciosi».
                                                                   Lilliana Cavatorta
L'intervista completa su "La Provincia" in edicola lunedì 19 luglio.

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