Villa Guardia: "Vero il miracolo
della parrocchiale di Maccio"

Per la Chiesa comasca sono attendibili le "rivelazioni" che da dieci anni vedono testimone Gioacchino Genovese, il maestro del coro. E' il riconoscimento del "miracolo" indagato da una commissione diocesana e per il quale la piccola chiesa dalla prima domenica di Avvento, il 28 novembre, diventerà un santuario dedicato alla Santissima Trinità Misericordia.

VILLA GUARDIA - L'annuncio è quello dei cambiamenti epocali ma arriva dopo la messa delle 20.30 del martedì, in uno dei tanti giorni feriali quando la comunità parrocchiale di Maccio si riunisce. La chiesa di Santa Maria Assunta dalla prima domenica di Avvento, il 28 novembre, verrà riconosciuta santuario dedicato alla Santissima Trinità Misericordia. La comunicazione ufficiale del vescovo Diego Coletti è data dal vicario episcopale don Italo Mazzoni.
Ieri sera in chiesa non c'era tanta gente ma che fosse un'occasione importante lo si vedeva. I celebranti - il parroco don Luigi Savoldelli, i vicari episcopali don Italo Mazzoni e don Flavio Feroldi - e il vicario don Rossano Quercini, il diacono permanente Franco Panetta, i chierichetti, tutti avevano la veste bianca e oro: insolito per un martedì sera tanti sacerdoti sull'altare. I partecipanti raccolti in preghiera, sul viso il sorriso di chi attende una grande notizia. Se il riconoscimento a santuario della chiesa parrocchiale viene fatto in ragione dei canoni 1230 e seguenti del diritto canonico non sfugge la motivazione viva della novità epocale.
La ragione è seduta in prima fila, insieme alla figlia. Un credente dalla fede viva e forte, una persona esile e composta, un uomo di 50 anni, «onesto nel porsi e propenso al nascondimento e umile» così lo ha definito il vicario episcopale. A quest'uomo, credente, praticante, maestro del coro maccese Regina Pacis, direttore della scuola di Musica di Maccio, professore di musica, si deve il prossimo riconoscimento a santuario della chiesa di Maccio. Il maestro Gioacchino Genovese ha vissuto fatti di forte rilevanza spirituale. Da oltre un decennio è testimone di rivelazioni private che lo hanno toccato nello spirito e nel corpo, esperienze di intensità crescente che dal primo ottobre di dieci anni fa si sono susseguite fino a richiamare l'attenzione della chiesa diocesana.
Nel giugno 2007 un bisbiglio divenne voce, ma portava un'informazione scorretta: non era la statua del Sacro Cuore attraverso la quale avvenivano esperienze particolari. Al termine della visita pastorale del gennaio scorso il vescovo Coletti aveva messo in chiaro le cose dicendo che occorreva «evitare l'ingenuità di chi pretende di sapere già e lo scetticismo di chi non vuole ascoltare». Bisognava essere «umili, attenti e prudenti ancora a lungo». E la persona, il maestro Genovese veniva preservato e protetto perché erano in atto studi e approfondimenti. La commissione diocesana composta da tre teologi e tre responsabili ha lavorato a lungo per raccogliere le testimonianze, per vedere cosa accadesse in quei momenti particolari che non avvenivano solo in chiesa, ma in diversi luoghi e momenti.
È stato composto un dossier. Ci sono due fascicoli già ultimati e un terzo in via di completamento. Sono segreti e raccolgono quanto succede a Gioacchino Genovese. «Non si registra nulla di contrario alla dottrina cattolica e alla sua morale - dice don Italo Mazzoni - si tratta di visioni intellettuali, l'occhio dell'intelligenza - così lo chiama - si pronuncia sul mistero della Trinità, infinita Misericordia».
E a Maccio nulla sarà più come prima.
Paola Mascolo

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