Gang e Filippo Andreani
Coppia doc a Gloria

I musicisti stasera ospiti a Como della rassegna <Fermata cantautori> al circolo Arci Xanadu

COMO - Il rock è un rischio in Italia. Il rock inteso anche (anzi, soprattutto) come veicolo per istanze scomode, non accomodanti, con “il dito puntato” per utilizzare un'espressione anni Sessanta, “militante”, privo di compromessi non sarà mai accettato a livello “mainstream”. Non sentirete mai un concorrente di X Factor accennare La pianura dei sette fratelli, nessuna ragazza di Amici realizzerà una coreografia per Johnny lo zingaro e, a dirla tutta, neppure personaggi a loro volta diversamente impegnati come Fazio e Saviano accetterebbero in trasmissione due tipacci come Marino e Sandro Severini, i Gang, quelli che, invece, la rassegna Fermata cantautori del circolo Arci Xanadu ha chiamato allo Spazio Gloria dove sono attesi stasera alle 21 in compagnia dell'amico nonché abile cantautore Filippo Andreani. Non li vorrebbero in tv perché “this Gang is not for sale” come recitava orgogliosamente uno slogan degli esordi, ricordati recentemente con l'intenso live Tribe's reunion che riportava i fratelli marchigiani sui loro primi passi. Erano la “versione italiana dei Clash”, come scrisse ogni giornalista all'epoca e non si poteva smentire questa affermazione se non cambiando rotta. Dopo tre dischi di “combat rock” cantato in inglese, peraltro molto belli, eccoli recuperare i loro nomi, le loro radici e spiccare il volo con nuove ali. Canzoni che fondevano la tradizione popolare e antagonista diffusa dai Dischi del sole, dal Cantacronache, dal Nuovo Canzoniere Italiano, con una matrice di modernizzazione del folk che ha portato alla realizzazione di capolavori quali sono Le radici e le ali, Storie d'Italia e Una volta per sempre, punti fermi della storia musicale nostrana recente. Non hanno voluto piegarsi a certe logiche del mercato e hanno pagato cara questa voglia di libertà, ostracizzati dai discografici ma mai silenziati: siamo tutti in attesa di un nuovo disco di materiale originale mentre Marino e Sandro prendono tempo con operazioni sempre meritevoli che li vedono rileggere il loro repertorio in chiave sempre differente, sia con i cantori de la Macina sia come “colonna sonora” delle invettive di Daniele Biacchessi. I Severini suonano ovunque, abbracciano ogni causa in cui credono, ma non accettano compromessi: ultimi puri (e anche duri) in un mondo che si rammollisce. Anche Andreani è un puro: dopo anni di energico punk con gli Atarassia Gröp scrive una cantata dedicata al Neri e alla Gianna, La storia sbagliata, solo perché glielo ha dettato i cuore. Il risultato è sorprendente, ha ottenuto critiche eccellenti e ha commosso chiunque sia entrato in contatto con queste bellissime canzoni (primo fra tutti proprio Marino Severini che ha scritto vibranti parole per accompagnare l'album). Per chi è convinto che il rock, che la canzone, possano ancora scuotere le coscienze questa è una serata da non perdere.
Alessio Brunialti

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