Tremonti nella bufera
per i cani da sopprimere

Animalisti scatenati contro il consigliere comunale che ha proposto di sopprimere i randagi che non vengono adottati. Ma la sorella del ministro ha trovato anche consensi

CANTU' «Angiola Tremonti: io voglio vivere». Lo dice il cartello appeso alle gabbie del canile di vai Del Radizzone. E sembrano dirlo anche gli animali stessi, abbaiando: perché molti di loro, se la proposta del consigliere di minoranza canturino Angiola Tremonti fosse realtà, sarebbero già stati addormentati per sempre. Proposta che l'artista ha mosso perché in un periodo economicamente difficile, in cui per le stesse famiglie bisognose non ci sono fondi - la sua osservazione - sarebbe degno di un paese civile instituire la norma presente in altre nazioni per cui un animale che non sia stato adottato dopo un certo periodo di tempo venga soppresso. Un modo anche per contrastare il fenomeno dei lucrosi e spregevoli affari dei canili lager. Uscita, la sua, che ha generato un'ondata di reazioni indignate. Telefonate al canile di Mariano, telefonate al giornale, e mail. «Abbiamo ricevuto molte chiamate – conferma Marco Folloni, presidente dell'associazione Gli amici del randagio che gestisce la struttura - tutte di solidarietà. Si è deciso di affiggere dei cartelli sulle gabbie, per sottolineare il fatto che molti di questi cani, oltre a essere stati maltrattati e abbandonati dall'uomo, avrebbero dovuto essere soppressi da tempo, stando alla prostra del consigliere Angiola Tremonti».
«Uccidere i cani randagi dopo pochi anni e, come diretta conseguenza, incentivare l'acquisto degli animali nei negozi: che splendido modo di far girare l'economia – commenta Simone Lucchetti, vicepresidente del Gruppo ambiente 2 Febbraio - Evidentemente la signora Tremonti non conosce la storia del progresso civile e vorrebbe un salto all'indietro di qualche decennio».
Non tutti però si sono scagliati contro l'idea. Anzi, qualcuno l'ha trovata condivisibile, come Francesco Crusco, di Lomazzo, consigliere nazionale di Federfauna, Confederazione europea delle associazioni di allevatori, commercianti e detentori di animali: «Oggi causa più scandalo la morte di un animale di quella di un bambino. Nei canili ci sono cani gravemente malati, che vanno imboccati. In questo caso la compassione diventa un costo. Se per un cane non c'è più possibilità di essere adottato, questo deve essere soppresso, oppure che se ne facciano carico le associazioni animaliste, senza pretendere fondi pubblici».

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