Lungolago di Como a pezzi:
Bruni: "Si deve intervenire"

Capsoni: «Tenuti all'oscuro, vogliamo chiarezza. I tecnici riferiscano in commissione paesaggio». «Se c'è un problema da risolvere, evidentemente, bisogna procedere». Una battuta lapidaria, non di più. Stefano Bruni ieri mattina, non aveva nessuna voglia di parlare.

COMO «Se c'è un problema da risolvere, evidentemente, bisogna procedere»: Una battuta lapidaria, non di più. Stefano Bruniieri mattina, non aveva nessuna voglia di parlare. Era in Comune, come tutti i giorni, ma per le celebrazioni ufficiali del 150° dell'Unità d'Italia insieme al vescovo e al prefetto. «Non è il luogo, né il momento, né il posto», ha aggiunto Bruni, troncando sul nascere il discorso e lasciando a bocca asciutta i cronisti che gli chiedevano delle ultime (brutte) notizie sul lungolago che cede, sui tiranti e le solette a pezzi davanti alla darsena, sulla determina di 25 mila euro per studiare una soluzione che eviti chiusura del tratto tra piazza Matteotti e piazza Cavour (e conseguente interruzione del girone). Punto e a capo. Fine delle trasmissioni. E dire che fino a poco tempo fa il primo cittadino aveva escluso problemi seri, arrivando a dare degli «irresponsabili» a chi - come Darko Pandakovic e Pierluigi Sfardini, autori di un esposto in procura - aveva chiesto la sospensione dei lavori in attesa di far chiarezza sulle crepe e la tenuta delle solette.
La notizia ha regalato un gran brutto risveglio anche all'architetto Fulvio Capsoni, presidente della Commissione comunale paesaggio. «Non sono al corrente - ha detto - di questi ultimi sviluppi. Tutto avviene nelle segrete stanze e per sapere qualcosa bisogna strapparla con le tenaglie. Sto predisponendo una richiesta al dirigente Ferro perché venga a relazionare in Commissione sullo stato delle cose, su cosa stanno facendo e su dove vogliano arrivare. L'ultima volta, anche se ci ha confermato l'impossibilità pratica della riapertura totale del primo lotto della passeggiata (sarà limitata alla striscia adiacente alla strada, ndr), è stato molto vago. Purtroppo la sensazione è che ognuno vada per la sua strada e che ci sia uno scollamento tra chi amministra e chi sta operando dal punto di vista tecnico». La richiesta di chiarimenti, avanzata in prima battuta dal presidente della Commissione urbanistica Mario Lucini (Pd) e rilanciata dallo stesso Capsoni, registra l'adesione convinta di Angelo Monti, presidente dell'Ordine degli architetti. «Certo che questo lungolago non è molto fortunato», è il suo esordio. «Le mie informazioni riguardo agli ultimi sviluppi - aggiunge, mantenendo il consueto tono pacato - sono limitate a quanto riportato stamattina dal giornale, ma l'impressione è che il problema non sia connesso direttamente al cantiere, bensì all'usura dei tiranti del solaio di collegamento tra la darsena e il lungolago. Pur senza drammatizzare, ritengo necessario un chiarimento nel merito di un problema e sui possibili riflessi viabilistici. Ma, soprattutto, colgo l'occasione per auspicare un chiarimento complessivo su cosa si intende fare e sulle strategie che si intendono seguire per il lungolago e l'intero sistema paratie. C'era un concorso aperto, che sembra congelato, e c'era anche l'ipotesi di una figura di alto profilo, capace di coniugare aspetti tecnici ed architettonici, che fungesse da regista. Potrebbe essere una buona soluzione».
Emilio Frigerio

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