Palasport "Aldo Allievi"
A Cantù piace l'idea

Consensi alla proposta de La Provincia di intitolare il palazzetto che si costruirà in corso Europa al presidentissimo dei successi canturini nel basket

CANTU' Perché Aldo Allievi resti nella storia della città e nella memoria dei canturini nemmeno servirebbero segni tangibili, celebrazioni o targhe. Perché sia quanti l'hanno conosciuto di persona sia quanti l'hanno fatto attraverso i racconti non se lo potranno mai dimenticare il presidentissimo che ha portato il basket cittadino sul tetto del mondo. Ma uno di quei segni tangibili sarebbe cosa buona e giusta, perché il ricordo non sbiadisca, come spesso accade, troppo in fretta. La proposta, lanciata dalle colonne de La Provincia, è dedicargli il palazzetto destinato a sorgere sulle ceneri del Palababele: un nome sinonimo del passato più sfolgorante del basket per cancellare vent'anni bui di degrado e spreco. Un'idea, quella di rendere omaggio ad Allievi, condivisa da tutti.
Umberto Cappelletti, prima che assessore ai Lavori pubblici è stato giocatore di quell'epoca irripetibile: «Visto il segno importantissimo lasciato credo che qualcosa debba essere fatto, che tutta la città lo voglia. Ho parlato con i suoi familiari e io stesso ho un'idea che proporrò, sulla quale ci confronteremo, e che come amministratore cercherò di portare avanti». Omaggio che deve essere ponderato e non dettato solo dall'onda emotiva dell'addio ad Allievi secondo il sindaco Tiziana Sala: «Il rapporto tra lui e il palazzetto è molto stretto. All'inizio del mio mandato, quando ci trovammo a dover prendere decisioni difficili, gli chiesi se volesse aiutarci. Il suo apporto fu fondamentale per creare serenità nel dialogo. Per questa serietà e per lo spirito di riconoscenza nei suoi confronti credo si debba maturare seriamente una decisione, partendo dal presupposto che ricordarlo è doveroso». Nessun indugio per Claudio Bizzozero di Lavori in corso, secondo il quale «è una scelta necessaria. Non credo che quel palazzetto possa avere nessun altro nome, gli è dovuto perché il basket a Cantù è la famiglia Allievi, e la città ha bisogno di tornare ad assomigliare al suo stile: sobrio, discreto ma autorevole». Stessa lunghezza d'onda per Vittorio Spinelli di Ulivo per Cantù: «E' un'idea da sottoscrivere assolutamente, il giusto riconoscimento a chi ha rappresentato Cantù nel modo migliore». Presente al palazzetto da decenni Nando Arnaboldi si augura che la politica faccia il proprio dovere perché «questa intitolazione renderebbe omaggio in modo duraturo e convinto a chi ha svolto il proprio ruolo di cittadino in maniera sempre misurata e seria. Sono certo che il consiglio comunale accoglierà questa iniziativa». Un gesto concreto, il presidente della Cassa rurale Angelo Porro, vorrebbe lo si facesse fin d'ora, lasciando – come proposto dal direttore de La Provincia - vuoto da adesso in avanti il suo seggiolino al Pianella. «L'intitolazione del palazzetto a un personaggio così straordinario – dice – sarebbe il massimo, bisognerebbe trovare un bel nome». Perché persone così, prosegue Porro, non ce ne sono più. Persona, sottolinea il poeta cittadino Giovanni Ricci «alla quale dobbiamo la nascita del basket a Cantù. Ma oltre a questo era estremamente attivo nello sport perché nello sport vedeva la soluzione dei problemi. Cantù gli deve davvero molto». Lo sanno bene i tifosi, e infatti Francesco “Juary” Morabito, storico esponente degli Eagles, non ha nessun dubbio: «Non c'è nemmeno da stare a pensarci. Lui è stato Il Presidente e si meriterebbe persino ben altro». Più concreto Claudio Vassallo: «Sarebbe molto bello, se lo meriterebbe senza dubbio perché senza di lui non staremmo nemmeno qui a parlare di squadre e palazzetti. Sappiamo però che il nome di un impianto è legato a un fatto economico, e immagino quindi che sarà necessario riuscire a fare convivere questi due aspetti». Come per il Pianella, che di nomi ne ha cambiati molti, come gli sponsor. Ma per tutti è sempre e solo Il Pianella.

© RIPRODUZIONE RISERVATA