Ticino, la Lega ce l'ha con noi:
"Italiani pericolosi al volante"

L'accusa: "Smettano di guidare o prendano il bus". La replica dell'Aci: "Assurdità"

COMO - «State a casa vostra e guidate sulle vostre strade. E fate il piacere di non venire a seminare pericoli da noi». Agli svizzeri della Lega dei Ticinesi gli italiani e ancora di più i frontalieri (comaschi e non) stanno simpatici come le zanzare in camera da letto. Una volta li raffigurano come ratti intenti a rubare il formaggio. Un'altra proclamano di voler innalzare un muro per evitare il flusso di gente non gradita. L'altra ancora ce l'hanno pure con le zanzare («colpa vostra se arrivano da noi»). Stavolta prendono a pretesto l'incidente capitato a una signora italiana in Ticino per tentare di cacciare tutti dalle strade. Riporta infatti Mattinonline.ch, organo della Lega dei Ticinesi: «Come se non bastassero tutti gli incidenti motociclistici avvenuti durante il weekend, ci hanno pensato come sempre i frontalieri ad aggravare il bilancio dei disagi sulle strade ticinesi - si legge nel manifesto di partito -. Una donna italiana stava infatti guidando una Suzuki ieri notte all'altezza di Dongio quando, probabilmente per un colpo di sonno, ha perso il controllo della vettura carambolando lungo la strada». Potevano limitarsi a dire, pazienza, sarà capitato anche a uno di noi, a casa loro. Invece sono andati avanti: «Smettiamola di lasciar guidare i frontalieri in certe fasce orarie: devono per forza venire da noi a fare i pericoli pubblici? O meglio, facciamo che i frontalieri smettano proprio di guidare in Ticino, costringendoli a utilizzare i mezzi di trasporto pubblici. Meno incidenti, meno inquinamento, più benessere per i ticinesi». Ci mancava solo l'embargo alle auto italiane nelle ore notturne. Un'assurdità e comunque un'ingiustizia per i comaschi. Come il presidente dell'Aci Enrico Gelpi: «Gli italiani sono rispettosi delle regole. Gli incidenti sono diminuiti e siamo tra i Paesi più virtuosi d'Europa. Direi che semmai è vero il contrario. A giudicare dalle infrazioni commesse, anche in provincia di Como sull'autostrada verso Milano, è chiaro che gli svizzeri tendono a rispettare meno le regole e i divieti. Quando sono a casa loro vanno a 60 all'ora, da noi corrono. Il problema è che in Svizzera se prendi una multa devi pagare subito. Da noi c'è il problema di come fare a rintracciare l'automobilista straniero. Però adesso è stata approvata una direttiva europea che dovrebbe uniformare le regole, spero che valga anche per la Svizzera.
Anche Giorgio Colato, segretario Fai (Federazione autostrasportatori italiani) si sfila con eleganza: «Credo che sia talmente una sciocchezza che si commenta da sola. Chi circola sulle strade o commette gli incidenti non ha la nazionalità. Credo che, anziché trovare l'elemento di contro, vadano cercati punti di incontro per far sì che la viabilità sia funzionale, di interesse comune, che salvaguardia l'ambiente. E è quello che stiamo cercando di fare con la commissione trasfrontaliera elvetica». E Liliana Pavanelli, presidente dei trasportatori del Cna: «Non raccolgo la provocazione. Ognuno ha le proprie antipatie. Una cosa però va detta. A me capita di viaggiare in Italia e quando vedo auto in panne o coinvolte in incidenti sono sempre Svizzeri. Noi prima di partire per un viaggio abbiamo il buon senso di far controllare la macchina. Quando si trova qualcuno con il motore in ebollizione è targato Zurigo o comunque Svizzera. Io abito vicino a Ponte Chiaso, quando ci sono i grandi rientri dopo le loro feste, come l'Ascensione, se ci sono tamponamenti sono sempre loro. In galleria, all'inizio o alla fine, se ci si fa caso, sono sempre Svizzeri». A nessuno dei comaschi, comunque, salterebbe in mente di proibire a uno svizzero di guidare da noi. Che sia giorno o notte.
Anna Savini
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Altri approfondimenti sul caso della Lega ticinese nell'edizione de La Provincia di giovedì 14 luglio

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