Il conto della Casta
a Como è di 17 milioni

Soltanto i nostri parlamentari costano in indennità quasi un milione e mezzo di euro ogni anno

COMO Conti pubblici in crisi, è tempo di lacrime e sangue. Per molti, ma non per tutti. Li hanno chiamati «i palazzi senza sacrifici». I loro inquilini sono bollati come una Casta. Inchieste di stampa ne denunciano gli sprechi clamorosi. E adesso ci si mette pure un ex precario, licenziato dopo 15 anni di lavoro a Montecitorio, a spargere sale sulle ferite di chi sarà colpito, e duramente, dalla finanziaria appena approvata e dal conseguente aumento dei ticket, che scatterà in riva al Lario da questa mattina.
Dopo il blitz notturno dei parlamentari, che hanno fatto sfumare il taglio pari a oltre 80 milioni che avrebbe inciso anche e soprattutto sui loro stipendi, il mondo di internet è in fermento contro i costi della politica e si chiede quale sia il sacrificio richiesto a ognuno di noi per garantire il funzionamento della macchina legislativa.
I numeri suonano impietosi. Per far fronte ai costi necessari per coprire l'attività della Camera e del Senato ogni comasco - neonati compresi - deve sborsare, annualmente, una cifra di 30 euro. Sembra poco, non fosse che questo esborso si va ad aggiungere ad altri recenti e dolorosi calcoli per i cittadini, come ad esempio la scoperta che la manovra finanziaria toglierà, in servizi, a ogni residente comasco oltre 90 euro all'anno.

Leggi l'approfondimento nell'articolo di Paolo Moretti in edicola lunedì 18 luglio

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