Bonus bebè, beffa
E pure maxi multa

Contestati a centinaia di comaschi i bonus bebé di mille euro erogati nel 2006. Cinque anni dopo lo Stato ne chiede la restituzione e aggiunge pure una multa di 3mila euro. Ma una sentenza dice: non c'è il reato

COMO A leggere la lettera, con la quale la Ragioneria generale dello Stato richiama a sé oltre un centinaio di bonus bebè incassati nel 2006 da altrettanti comaschi destinatari di una lettera firmata di suo pugno dal premier Silvio Berlusconi, verrebbe voglia di presentarsi con le valigie ai cancelli del carcere del Bassone e costituirsi.
Le tre paginette firmate dal dirigente della sede lariana del ministero dell'Economia e delle Finanze, e che in questi giorni vengono recapitate nelle case di moltissimi cittadini, non intimano infatti i destinatari a restituire i mille euro del bonus bebè incassati senza averne diritto, ma ventilano anche una denuncia penale - con ipotesi di reato pesantissime - e soprattutto il pagamento di una salatissima sanzione amministrativa, pari al triplo di quanto incassato cinque anni fa.
Con ordine. Nel 2006, per il secondo anno consecutivo - e in vista delle elezioni politiche - Silvio Berlusconi fece recapitare nelle case degli italiani delle lettere di felicitazioni (clicca qui per leggere la lettera) indirizzate a tutti i neonati nelle quali scriveva, tra l'altro: «È il presidente del consiglio a scriverti per porti probabilmente la prima domanda della tua vita: lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna un bonus di 1000,00 (mille euro/00) euro? I tuoi genitori potranno riscuoterlo presso questo ufficio postale», seguiva l'indirizzo dell'ufficio.
Un regalo che - soprattutto alla luce di una missiva dai toni tanto entusiastici - gli italiani accettarono di buon grado, spesso senza chiedersi se ci fossero delle limitazioni che, in effetti, c'erano. A cominciare dal reddito: 50mila euro lordi l'anno per nucleo familiare. Solo chi aveva dichiarato nel 2005 di meno poteva incassare il bonus bebè. Ma in molti non ci fecero, in assoluta buona fede, caso.
Ora, cinque anni dopo, ecco l'amara sorpresa. Una lettera dai toni decisamente meno concilianti: «La SV ha dichiarato il falso», si legge, e «ha riscosso illecitamente» i mille euro in «violazione» di una serie di articoli, commi e norme e commettendo i reati di truffa ai danni dello Stato, falso ideologico, falsa attestazione a pubblico ufficiale, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. «Ciò premesso», e oltre a una bella denuncia alla procura, i contribuenti vengono «intimati» dalla lettera a restituire il "maltolto", a pagare 3mila euro come sanzione amministrativa (salvo poi correggersi, alcune righe dopo, dicendo di aspettare a pagare) e a presentarsi alla Ragioneria per difendersi.
Una beffa con maxi multa alla vigilia delle vacanze. Buone ferie a tutti.
Paolo Moretti

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