Bonus bebè, soldi da rendere
Ma non sono dovuti interessi

Il caso delle sanzioni che hanno colpito le famiglie che avevano incassato i mille euro del governo Berlusconi. Da Roma le rassicurazioni del sottosegretario Carlo Giovanardi, che biasima i toni della lettera inviata ai contribuenti comaschi

COMO Bonus bebè, parola di sottosegretario: «Chi ha ricevuto la lettera dell'Agenzia delle Entrate con la richiesta di restituzione, ma pensa di aver avuto diritto all'assegno, può farlo presente all'amministrazione fiscale. Se invece le condizioni non ci sono, basterà restituire i mille euro ricevuti cinque anni fa, senza interessi». L'ha detto ieri il sottosegretario alla famiglia, Carlo Giovanardi, intervistato da Radio24, nella trasmissione Salvadanaio, sul bonus bebè, mille euro erogate con provvedimento contenuto nella Finanziaria 2005/2006. A distanza di anni, ad una famiglia su 70 beneficiarie, un centinaio nel comasco, è pervenuto l'avviso dell'Agenzia delle Entrate: ha accertato che i beneficiari non avevano diritto ai mille euro: devono restituirli, con sanzione da tremila euro.
«Non è uno scandalo nazionale - ha sottolineato Giovanardi - Su 550.000 domande, le contestazioni sono 8.000, un numero basso rispetto a quello degli assegni che sono stati mandati. E quasi tutte sono relative al problema del lordo o del netto. Alcune famiglie hanno equivocato, considerando anche in buona fede 50.000 euro netti e non lordi». Lo scandalo potrebbe consistere nel fatto che per la famiglia c'è ben poco e da cinque anni non c'è più neppure il bonus bebè, istituito dal Governo Berlusconi e soppresso dal Governo Prodi, come hanno già osservato in molti.
Ora le famiglie dovranno restituire i soldi: «Con un po' di buon senso - ha proseguito Giovanardi - si può stabilire che chi, solo perché ha equivocato, ha ricevuto mille euro a casa che non doveva ricevere, lo considererà un prestito senza interessi. Ne ha goduto per cinque o sei anni, come se avesse chiesto mille euro di prestito in banca». Possibile che fili tutto così liscio? Infatti, chi ha ricevuto il bonus e non ne aveva diritto, rischia un procedimento penale per truffa. Giovanardi rassicura: «Non credo che le Procure italiane si metteranno ad aprire ottomila procedimenti nei confronti di ottomila persone. Poi - sostiene - può anche darsi che qualcuno con 400.000 euro di reddito abbia fatto un'autocertificazione falsa, l'Italia è un Paese in cui tutto è possibile».

L'approfondimento su La Provincia in edicola venerdì 22 luglio

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