Boldini: brindisi da 75 mila visite
Fischiato il sindaco Bruni

La serata è stata rovinata solo dalla contestazione al primo cittadino. Lui si è stizzito: «I maleducati ci sono sempre». Poi ha proseguito il discorso elogiando le mostre «alla faccia di chi fischia»

COMO Un tuffo nell'atmosfera della Parigi di fine Ottocento con le grandi dame (ritratte non solo nei loro pomposi vestiti alla moda, ma anche nei loro momenti più intimi e privati), i boulevards con le carrozze, i caffé, le ballerine. Ma anche i ritratti e qualche paesaggio, sempre con dettagli curiosi o prospettive insolite. E le donne, tante donne.
È quello che hanno scelto di gustarsi i circa 75mila visitatori che - dal 26 marzo scorso a ieri con annesse lunghe code dell'ultimo giorno - hanno ammirato, una dopo l'altra, le pennellate inconfondibili di Boldini e quelle di altri maestri italiani come De Nittis, Zandomeneghi e Corcos. La serata è stata rovinata solo dai fischi al sindaco Stefano Bruni. Contestato appena presa la parola, il sindaco si è stizzito: «I maleducati ci sono sempre». Poi ha proseguito il discorso elogiando le mostre «alla faccia di chi fischia».In tantissimi hanno voluto portarsi a casa un pezzetto della grande mostra e della magia dei quadri al punto che, per la prima volta in otto anni, sono andate esaurite due ristampe del catalogo che raccoglie gli oltre cento quadri esposti.
Ieri sera, in una notte speciale con il cielo stellato, è sceso il sipario sull'ottavo maxi evento nella villa settecentesca. E, come nella serata dell'inaugurazione (con l'aria frizzante della primavera a fare da sfondo), i quadri sono stati pennellati su una tavolozza speciale come la facciata di Villa Olmo.
Ad aprire le danze l'omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia, con l'inno di Mameli cantato su una coreografia bianca, rossa e verde. Subito dopo il grande affresco in tre dimensioni della Parigi di fine Ottocento con Boldini, nella sua stanza, che immortalava sulla tela la vita che scorreva sotto le sue finestre e anche quella delle innumerevoli amanti che portava nella sua casa. Ricco, famoso, con tante belle donne al seguito: questo era il ferrarese Giovanni Boldini trapiantato a Parigi che aveva il talento speciale di trasformare (con l'olio, ma anche con i pastelli) gli scatti del bel mondo che frequentava in vere e proprie fotografie su tela. Un talento, il suo, che non era sfuggito nemmeno a Van Gogh costretto a prendere carta e penna per rivedere in positivo i suoi giudizi su Boldini scrivendolo in una lettera al fratello Theo.
Una sorpresa anche per i comaschi che hanno raccolto la sfida del nome meno conosciuto, ma capace di stupire ed emozionare.
E la notte di Como è stata un tuffo in quello sfavillio, nelle musiche e nei costumi del can can del Moulin Rouge e dei caffé parigini.

Leggi l'approfondimento sul giornale La Provincia di lunedì 25 luglio

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