Boom di turisti cinesi
Aumento del 10%

In crescvita constanet i soggiorni a Como. Cassani: fondamentali per compensare perdita degli italiani

COMO - Il turismo comasco rischia di essere salvato dai cinesi.
Lo chiama «turismo emergente» Roberto Cassani, presidente degli albergatori, e non esita a precisare che «i flussi di turisti provenienti dalla Cina, così come dal Giappone, Australia, Brasile e Russia sono in crescita costante ed esponenziale. Ogni anno registriamo sul lago aumenti a due cifre. E, seppure i loro numeri non siano ancora paragonabili a quelli dei turisti europei - precisa - si tratta di bacini importanti che, se coltivati, possono determinare la differenza tra un anno e l'altro».
Un incremento costante di almeno il 10% l'anno, dunque, tale da diventare vitale per il lago di Como, sempre più costretto a fare i conti con il crollo del turismo italiano. È stato sufficiente, infatti, muoversi per la città a Ferragosto, per accorgersi di quante famiglie asiatiche, per lo più cinesi, si mescolassero a comaschi alle prese con la crisi e a coppie tedesche o americane in pantaloni corti e infradito.
Dagli ultimi dati della Camera di commercio emerge che da gennaio a maggio gli arrivi di turisti cinesi sul Lario sono stati 3.065. E hanno toccato quota 4.975 le presenze. Nulla a che vedere, certo, con i 38.227 arrivi e le 97.565 permanenze messe a segno dai turisti tedeschi, che si confermano, ancora una volta, il nostro primo partner turistico.
Eppure, «accanto a tedeschi, francesi e americani sta crescendo una fetta di viaggiatori dell'est che Como non può permettersi di perdere - precisa Cassani - quest'anno, ad esempio, il Ramadan è caduto nel periodo di Ferragosto - puntualizza - quindi, i turisti arabi non hanno potuto muoversi. E gli alberghi hanno subito avvertito la loro mancanza.
Del resto, se il turismo a Como tiene in quanto a numeri, è calata la propensione alla spesa dei turisti «storici»». Nulla di meglio, dunque, che lasciarsi alle spalle il Vecchio Continente per volgersi a mercati più promettenti. Lo dimostrano gli stessi dati Istat sul commercio estero.
Nel primo trimestre 2012 la provincia di Como ha esportato in Asia merci per 169,7 milioni di euro il 25,6% in più rispetto allo stesso periodo di due anni fa. Per quanto riguarda la Cina, l'interscambio si è assestato sui 22,8 milioni di merci piazzate, il 4,1% in più rispetto ai primi tre mesi del 2010. Insomma, di strada da fare per conquistare l'ex Celeste Impero ce n'è molta. Per questo il Lario non può perdere un attimo di tempo. Infatti, «a luglio il mio hotel ha registrato 3.600 presenze, solo 100 appartenevano a italiani - precisa Cassani - un calo vertiginoso, sintomo che tasse e incertezza sul futuro stanno mettendo in ginocchio i consumi interni. E' necessario puntare sulla promozione, indipendentemente dal fatto che i turisti si fermino in media a Como non più di 3 notti».

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