Finto malato in ferie
I sindacati: "Si scusi"

Il segretario della Cgil: responsabile pure il medico. Primavesi (Confcommercio): "Il ragazzo dovrebbe rimborsare il suo datore"

COMO -  Lui se ne sta beato in vacanza senza sospettare che le sue ferie di frodo stanno facendo discutere mezza Como.
Ha fatto impressione il caso, pubblicato ieri sulla Provincia, del giovane apprendista del Gruppo Clerici Auto che si è fatto fare un certificato medico per aggiungere due settimane di ferie alle due già concesse dall'azienda.
In tempi in cui a Como crescono i casi di contrattazione aziendale con premi di produzione ai lavoratori meno assenteisti, il primo a esprimere un giudizio senza appello è il capo della Cgil, il segretario provinciale Alessandro Tarpini: «Nessuna attenuante, una vicenda da censurare. Ora per quel lavoratore la prima cosa da fare è inviare una lettera di scuse per un comportamento in qualificabile e assumersi ogni responsabilità. Per il resto - aggiunge - c'è un problema di deresponsabilizzazione complessiva che è la causa principale dei problemi del Paese.Quando i diritti non vanno di pari passo coi doveri l'intero sistema va in cortocircuito. E resta, ovviamente, la responsabilità di chi rilascia un certificato di 15 giorni chi malato non è».
All'Ordine dei medici una decina gli esposti sulle certificazioni che arrivano in media ogni anno. Dopo l'istruttoria, che parte dal presidente e approda alla commissione medica di cui fa parte l'intero consiglio, cinque dei casi in questione si sono chiusi con sanzioni che in generale vanno dall'avvertimento alla censura, alla sospensione fino a sei mesi fino alla radiazione.
«Ma chi è quel medico - dice il presidente di Confcommercio Giansilvio Primavesi - che ha fatto una cosa simile? So per certo anche di tanti medici comaschi che prescrivono la malattia per telefono; non vogliono responsabilità nel caso uno stesse davvero male e gli succedesse qualcosa. Quanto al ragazzo, gli farei rimborsare di corsa tutti i soldi di cui ha usufruito indebitamente».

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