Il pizzo a Fino Mornasco
e l'ombra della 'ndrangheta

Il ritorno delle richieste estorsive: il paese al centro di una indagine giudiziaria

Fino Mornasco Estorsioni, racket, pizzo: tre modi diversi per dire la stessa cosa, e l'ombra della criminalità organizzata che si allunga su un Comune ricco di attività commerciali come Fino Mornasco.

Poco meno di 10mila abitanti, un tessuto economico ancora piuttosto vivace nonostante la crisi (dalle frazioni di Socco ad Andrate è un susseguirsi continuo di rottamai, autoricambi, concessionarie, benzinai e autolavaggi), il paese è al centro di una indagine di polizia su un presunto ritorno del racket delle estorsioni, in particolare ai danni di esercizi commerciali e imprese lungo la Statale, i cui titolari avrebbero ricevuto richieste di "pizzo".

È un fenomeno che preoccupa ma che, da queste parti, si interseca anche con le "pressioni" esercitate nei confronti degli amministratori, oggetto negli ultimi mesi di tanti, troppi, atti intimidatori, a partire dalla croce che a maggio qualcuno piantò in un'aiuola corredandola di una foto del primo cittadino Giuseppe Napoli e di una bomba a mano legata con due giri di spago.

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