Cantiere delle paratie,
Operai senza il casco

Presa diretta sul lungolago dopo l’incidente di venerdì scorso con tre lavoratori feriti. L’assessore Caradonna ribatte: «Quegli uomini erano in zona protetta, potevano stare senza. Nessun cantiere così sicuro»

COMO - Il casco obbligatorio? Non nel cantiere per la realizzazione del primo lotto della paratie a lago dove ieri, a distanza di una settimana dall’incidente che aveva coinvolto tre operai scivolati in una vasca di contenimento per la rottura della lastra su cui camminavano, due dipendenti sono stati pizzicati al lavoro - e accanto a carichi sospesi - senza indossare alcun elmetto di protezione.
Le immagini pubblicate qui accanto documentano il fatto, aggravato dalla circostanza che uno dei due uomini ritratti nelle foto (riprese ieri mattina) è il capocantiere responsabile della sicurezza. L’interessato non ha voluto commentare, attivandosi subito per prendere contatti con l’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi.
Il fatto che sia lui sia il collega si trovassero davvero vicini al carico sospeso, e che non ci siano difetti di falsa prospettiva, è confermato dall’immagine in cui si vede che uno dei due lavoratori tocca, manovra e in qualche modo indirizza il carico, che viene calato dall’alto. Le immagini sono state scattate in seguito a una serie di segnalazioni pervenuta al giornale, alcune delle quali corredate anche da fotografie scattate con l’ausilio di telefonini. Il mancato utilizzo delle protezioni personali, prescritte dalla leggi, è un dettaglio documentato anche da altre immagini.
«È stato fotografato un geometra in una zona protetta in cui poteva stare senza caschetto - ha replicato nel pomeriggio l’assessore ai Lavori pubblici Fulvio Caradonna - Il fatto che fosse a capo scoperto non significa davvero nulla. Sulla base della mia esperienza posso dire quest cantiere è, anche per la serietàd dell’azienda che lo gestisce, uno dei più sicuri tra quelli che in questi anni ho avuto modo di osservare da vicino». Caradonna fa riferimento anche all’incidente della scorsa settimana, quando l’Asl aveva imposto il blocco precauzionale dei lavori: «Se ci fosse stato qualcosa che davvero non andava, difficilmente avrebbero concesso di riprendere dopo appena due giorni di controlli. E poi i vetri: mi riferisco alle finestre aperte a beneficio del pubblico sulla palizzata che chiude l’area di lavori. Dice molto dell’approccio di Sacaim (l’azienda che sta realizzando le paratie, ndr) al problema della sicurezza. Se soltanto lo avessero voluto avrebbero potuto chiudere tutto precludendo la visuale sul cantiere, come del resto accade praticamente ovunque». Caradonna conferma che l’incidente della scorsa settimana è dovuto a un difetto strutturale delle lastre cedute sotto il peso dei tre operai poi finiti in ospedale, con prognosi fortunatamente di pochi giorni. «Non ego - conclude - che esiste un problema generale sulla sicurezza nei cantieri, ma davvero non è il caso delle paratie a lago».

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