All'asta le case dell'ospedale
E tra i residenti esplode la rabbia

Gli inquilini contestano ai vertici ospedalieri il mancato preavviso. Molti di loro sostengono di avere ristrutturato di tasca propria: "E adesso dove andremo?"

COMO - Case del Sant’Anna in vendita, esplode la rabbia degli inquilini. Ieri mattina, leggendo sul giornale l’elenco dei beni che l’azienda ospedaliera metterà all’asta in ottobre, decine di comaschi hanno trovato anche l’indirizzo del palazzo in cui risiedono. E stentavano a crederci: «Non è accettabile il modo in cui si stanno comportando - dice Romolo Casale, inquilino di uno dei 6 appartamenti del Sant’Anna in via Pannilani 27 - Non hanno mandato uno straccio di comunicazione, apprendiamo dalla stampa che ci sbattono fuori. Se hanno bisogno di soldi per il nuovo ospedale, perché non vendono il monoblocco invece di sfrattare i pensionati?». Il signor Romolo, come molti degli inquilini degli edifici in vendita, è un ex dipendente del Sant’Anna: «Ho lavorato 36 anni per l’ospedale, abitavo a Montorfano e sono stati i dirigenti a chiedermi di trasferirmi a Como - spiega - Vivo qui da 40 anni, ho una pensione da fame e adesso mi dicono che devo cercare un’altra casa, è incredibile. Da tempo si parla di un’alienazione delle proprietà, perciò nei mesi scorsi ho chiesto lumi in via Napoleona e mi hanno risposto che non sapevano niente, che sarebbe stata la Regione a decidere. Ora, invece, danno la notizia alla stampa senza prima aver avvisato gli affittuari, per di più fissando l’asta a ottobre, così avremo pochissimo tempo per trovare una nuova abitazione. Sono disperato, spero ci sia almeno la possibilità di acquistare; questo appartamento era una topaia e l’ho ristrutturato a mie spese, non c’era neanche il bagno - prosegue - E ora dovrei andarmene? I beni del Sant’Anna - conclude - sono frutto di donazioni, ma ora finiranno a privati qualsiasi. A questo punto, nessuno donerà più nulla all’ospedale». Novella Ghetti abita da 40 anni in un altro dei 12 palazzi cittadini che andranno all’asta, in via Carcano 9: «Mio marito era un dipendente del Sant’Anna - dice - Non ho ricevuto lettere, pago regolarmente l’affitto e non vorrei proprio spostarmi». Preoccupazione anche al vicino ristorante “La cucina di Elsa”, civico 11: «Siamo in affitto ma abbiamo sostenuto spese elevate per la ristrutturazione - spiega il figlio del titolare - Notizie ufficiali? Nessuna». Stesso clima al bar “Mamma orsa” di via Vittorio Emanuele; i titolari hanno affittato anche i due appartamenti ai civici 73 e 75 e si augurano di poter comprare gli spazi. Tensione anche tra gli inquilini di via Monti 58: «Abbiamo scoperto dai giornali che venderanno il palazzo a ottobre - dice la signora Casale, moglie di un ex dipendente dell’ospedale - Devono aiutarci a trovare una soluzione adeguata». Tra i comaschi a rischio sfratto c’è anche Luigina Ciccotti, che vive in uno dei 9 appartamenti del Sant’Anna in via Odescalchi 19: «Ho contattato tutti gli inquilini - spiega - e abbiamo chiesto più volte un incontro con l’azienda, senza successo. Ci hanno dato solo risposte vaghe e ufficiose, lasciandoci nell’incertezza. Molta gente, tra l’altro, ha sborsato fior di soldi per sistemare case fatiscenti».
Michele Sada

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