Passeggino incendiato
Episodio inquietante in città

La Polizia indaga sull'incendio di un passeggino in via Anzani. Il proprietario è un cittadino del Marocco

Un atto di vandalismo, un’intimidazione o forse un gesto razzista. La polizia indaga sull’incendio appiccato, martedì sera, al "passeggino doppio" dei due figli di un 42enne cittadino marocchino, da anni residente in via Anzani 37, un condominio già teatro di recente di tensioni e fatti di cronaca. L’episodio, che ha rischiato di causare un incendio dalle conseguenze ben più gravi, anche per le esalazioni di fumo che hanno invaso le scale, è avvenuto alle 23.30 di martedì, quando ignoti se la sono presa con il passeggino, lasciato nell’ampio corridoio all’esterno dell’appartamento dell’uomo. Racconta una pensionata, residente nella scala accanto a quella dov’è stato appiccato l’incendio: «Stavo accompagnando una signora 83enne nel suo appartamento, quando arrivati al terzo piano siamo state circondate dal fumo. La signora, che soffre di ansia, si è spaventata. Abbiamo chiamato i pompieri, arrivati subito, assieme alla polizia e a un’ambulanza». Mentre i vigili del fuoco spegnevano le fiamme, impedendo che l’incendio si propagasse, i soccorritori del 118 si sono accertati che la 83enne, la più agitata per l’accaduto, stesse bene. Alla polizia il padre dei due bambini, residente da anni a Como e conosciuto come un gran lavoratore, si è detto «preoccupato» per quanto accaduto. Spiega ancora la vicina: «Alcuni mesi fa qualcuno gli aveva già rubato un passeggino, che era sempre nel corridoio. Inoltre hanno anche tagliato le gomme a una bicicletta. Insomma: qua viviamo una situazione insostenibile». Commenta il consigliere comunale di Paco, Bruno Magatti: «Quel condominio è un luogo complesso, perché c’è un numero elevato di questioni delicate che convivono vicine le une alle altre. Già in passato ho scritto una lettera al sindaco in cui si chiedeva di valutare la possibilità di far fronte ai problemi esistenti con la dislocazione in quella sede di un ufficio legato ai servizi sociali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA