Il Fisco a caccia di evasori
La Finanza controlla dal cielo

Individuati grazie all’elicottero sette contribuenti comaschi con ville e proprietà non compatibili al reddito dichiarato. Le perlustrazioni dal cielo consentono di verificare quello che da terra non sempre può essere visto

Ricchi per il tenore di vita, tra case, automobili, vacanze, vestiti, ristoranti, colf. Poveri per il Fisco. È un sospetto, ma neppure a Ferragosto la Guardia di Finanza lo lascia cadere e il Reparto Operativo aeronavale, Roan, al comando del tenente colonnello Sergio De Santis, fresco di nomina a Como, ha dispiegato flotta ed elicotteri tra laghi e montagna per la «caccia di mezz’estate all’evasore». O, in termini appropriati: «Attività volta alla ricerca di persone proprietarie o utilizzatrici di beni di lusso incongruenti con le posizioni fiscali dichiarate».
Il metodo induttivo non è certo un’iniziativa d’agosto, ma anche nel clou dell’estate è stato applicato: tra acquascooter senza assicurazione, pilotati da un tedesco e da uno svizzero, barche ormeggiate abusivamente, 18 naviganti verbalizzati perchè sottocosta o a tutta velocità tra i bagnanti, le Fiamme Gialle  hanno intercettato sette presunti contribuenti infedeli e i militari ne hanno fatto altrettante schede. Con l’Agenzia delle Entrate e i Comandi di competenza, i militari verificheranno «la capacità contributiva della persona fisica sottoposta a controllo», cioè se la dichiarazione dei redditi corrisponde al tenore di vita manifestato. Può essere tutto a posto, tutto dichiarato fino all’ultimo centesimo, con relativi versamenti di Irpef, Iva, Irap e neppure un euro all’estero. Può essere che, invece, qualcosa o tutto sia sfuggito, formalmente regolare e sostanzialmente sbagliato.
Soprattutto le perlustrazioni in elicottero hanno consentito di individuare, dall’alto, ciò che da terra non si vede: può essere un piccolo abuso edilizio, ma può essere anche una super piscina, segno di sostanze consistenti, non solo per la costruzione, ma anche per la manutenzione. Da dove viene la ricchezza e il Fisco ne è a conoscenza? È questa la domanda che si pone la Guardia di Finanza in veste di Polizia economica e nella risposta potrebbe trarre spunti interessanti sia dal punto di vista penale, sia dal punto di vista amministrativo. O magari concludere con i complimenti al contribuente. E non c’è da illudersi: non ci vorranno anni per le verifiche. Infatti, la banca dati a disposizione delle istituzioni è sempre più dotata e sempre più potente e consente di rilevare i peccati mortali e veniali del contribuente nel volgere di poco tempo: nel 2009, sono già nel mirino le dichiarazioni 2008, relative all’anno di imposta 2007.
Maria Castelli

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