"I soldi che ci deve Roma
noi non li vedremo mai"

Vantano crediti per un totale di 14 milioni di euro, ma i dirigenti scolastici lariani non si fanno illusioni: «Non riceveremo mai quei soldi - dicono - Intanto, siamo costretti a limitare i progetti e a rimandare l’acquisto di nuove attrezzature per i laboratori»

COMO Vantano crediti per un totale di 14 milioni di euro, ma i dirigenti scolastici lariani non si fanno illusioni: «Non riceveremo mai quei soldi - dicono - Intanto, siamo costretti a limitare i progetti e a rimandare l’acquisto di nuove attrezzature per i laboratori». I presidi attendono ancora, peraltro, una quota consistente dei finanziamenti 2008/09 e non sanno né come né quando arriveranno le risorse per quest’anno scolastico: «Siamo partiti senza certezze sui fondi, in questo modo è impossibile programmare le attività - commenta il dirigente del Ciceri, Nicola D’Antonio - I crediti accumulati nel corso degli anni? Non mi ha stupito la cifra che avete riportato su <La Provincia>. Il ministero solo a noi deve circa 300mila euro, ma non arrivano segnali positivi e la situazione continua a peggiorare». Le scuole, intanto, hanno avviato la contrattazione d’istituto e altri nodi sono venuti al pettine: «Non ci hanno dato parametri che consentano di quantificare il fondo d’istituto 2009-10, non sappiamo su quali cifre basarci. È la novità di quest’anno, come se non bastassero gli altri problemi - spiega D’Antonio - Non abbiamo ricevuto, per esempio, una parte dei soldi per le spese di funzionamento e per le supplenze dell’anno scorso. C’è un monitoraggio informatico costante, il ministero conosce perfettamente la situazione di ogni scuola, eppure non cambia nulla. A noi basterebbe sapere all’inizio di settembre quante risorse ci spettano e poi riceverle entro poche settimane: a quel punto si potrebbe scoprire quali scuole si comportano in modo virtuoso e quali no». Gli istituti professionali sono tra i più penalizzati: «Aspettiamo quasi 400mila euro di arretrati - dice Pasquale Clemente, preside della Ripamonti - ma penso che non arriveranno. Facciamo sempre più fatica a garantire la normale attività didattica e per qualsiasi progetto extra dobbiamo chiedere aiuto alle famiglie. Per le scuole come la nostra, basate sulle attività di laboratorio, non avere soldi per acquistare le strumentazioni più moderne è penalizzante al massimo. Oggi c’è bisogno di un aggiornamento continuo, i ragazzi devono conoscere i nuovi mezzi tecnologici, altrimenti continueremo a restare in fondo a tutte le classifiche». Lo Stato è in debito per decine di migliaia di euro anche con il liceo Volta: «Sono soldi che mettiamo a bilancio ma non esistono, come quelli della Ticosa per il Comune – dice il preside Bruno Saladino – Qualche anno fa era impensabile dover ricorrere ai contributi delle famiglie per pagare certe cose, eppure oggi accade…». «Mancano le risorse per pagare docenti e personale Ata – tuona Giacomo Licata, segretario Flc Cgil – oltre a quelli per il funzionamento. Sto partecipando a una riunione al Pessina e ho saputo che hanno solo 18mila euro per le supplenze di quest’anno. Ma c’è già una docente in maternità e per sostituirla servono molti più soldi».
Michele Sada

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