Muro, sfiduciati pure i tecnici
Viola: «Se Bruni vuole, lascio»

Individuato anche i responsabili tecnici del muro del lungolago. Con voto segreto, a porte chiuse, è stata approvata la mozione presentata dal consigliere di opposizione, Donato Supino (Prc), per chiedere al sindaco Stefano Bruni di sostituire il direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, e il responsabile del procedimento, Antonio Ferro

COMO Dopo il responsabile politico, individuato nell’assessore Fulvio Caradonna, già sfiduciato lo scorso 20 ottobre, l’altra sera il consiglio comunale ha individuato anche i responsabili tecnici del muro del lungolago. Con voto segreto, dopo una discussione che si è svolta a porte chiuse, è stata approvata la mozione presentata dal consigliere di opposizione, Donato Supino (Prc), per chiedere al sindaco Stefano Bruni di sostituire il direttore dei lavori delle paratie, Antonio Viola, e il responsabile del procedimento, Antonio Ferro. Con lo stesso documento il consiglio ha chiesto al primo cittadino anche di richiamare formalmente il direttore generale, Nunzio Fabiano, per il «mancato controllo» sul «corretto svolgimento del procedimento di approvazione della variante dicembre 2008».
La variante in questione è quella che ha fatto sì che fosse costruito il muro così come lo vede oggi.
Inizialmente la mozione di Supino chiedeva solo la sostituzione del direttore dei lavori, ma nel corso della seduta Marcello Iantorno (Pd) ha presentato insieme ad altri consiglieri dell’opposizione due emendamenti per coinvolgere anche Ferro e Fabiano. Favorevoli alla sostituzione di Viola 28 consiglieri, mentre in 10 si sono opposti. I voti favorevoli alla sostituzione di Ferro, invece, sono stati 25 (11 contrari e 2 schede bianche). In 20 hanno chiesto un richiamo formale nei confronti del direttore generale (17 contrari e 1 scheda bianca).
Anche se la votazione si è svolta in modo segreto, il suo esito ha espresso la chiara e diffusa volontà del consiglio. Una volontà trasversale che oltre a comprendere i 15 voti dell’opposizione, abbraccia anche buona parte del centrodestra e, quindi, anche del Pdl. Ma è stato lo stesso Fabiano, che ha anche il ruolo di segretario comunale, a spiegare ieri mattina che «il voto è solo un’indicazione, non ha valore vincolante. Spetterà al sindaco decidere. Per il momento non sono stati presi provvedimenti». Bruni non è voluto intervenire: «Non ho niente da dire». Una cosa è certa: dopo avere dichiarato di voler tenere Caradonna in giunta, il sindaco rischia di esasperare lo scontro con i suoi consiglieri se si mostrerà sordo anche alle richieste espresse nella super mozione approvata l’altra sera.
Viola, ad ogni modo, dopo essersi detto «dispiaciuto» ha dichiarato di essere pronto a fare un passo indietro: «Se il sindaco lo riterrà opportuno mi revocherà l’incarico. Sono pronto. Per il momento, però, non posso andarmene spontaneamente perché metterei in difficoltà l’amministrazione finché non viene individuato un sostituto». Ferro, invece, è apparso sorpreso. Del resto è finito nella mozione con un emendamento dell’ultima ora motivato dai «risultati negativi della gestione tecnica ed amministrativa»: «Non sapevo che sarei stato in discussione in questa mozione - ha detto - l’ho appreso oggi. Non commento, perché non sono un politico». Diversa la reazione di Fabiano: «Non mi sento messo in discussione. Nel mio caso si parla solo di richiamo».
Al momento dei tre distinti voti sui tre dirigenti comunali, erano assenti i consiglieri Luigi Bottone e Carlo Ghirri (gruppo misto) e Claudio Corengia (Pdl). Un quarto punto della mozione, approvato con voto palese (26 favorevoli e 11 astenuti), ha chiesto di verificare «se vi sono i presupposti per risarcimento danni».
Dario Alemanno

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