Stranieri, topi nel formaggio
Riparte la campagna di odio

Canton TicinoL’Udc rispolvera i volantini xenofobi di otto anni fa Si avvicinano le elezioni e rispuntano i volantini di “Bala i ratt”

Non è certo passato inosservato in quel di Losone - Comune del Locarnese che lo scorso giugno ha detto no mediante referendum alla proposta di ospitare un centro di accoglienza per richiedenti asilo - un grosso scatolone in cui erano ancora ben conservati numerosi volantini con l’inequivocabile immagine della campagna anti-frontalieri Bala i Ratt. Campagna che nel settembre 2010 aveva provocato una profonda crisi istituzionale tra Italia e Svizzera, con i nostri lavoratori dipinti come topi nel formaggio svizzero. E così Bala i Ratt è rispuntata proprio nel giorno in cui l’Udc ha inaugurato la lunga campagna elettorale in vista delle cantonali del prossimo aprile. Una tornata particolarmente sentita, dove i delicati rapporti di confine e la presenza massiccia dei frontalieri (presenza che pur nell’ultimo anno ha fatto segnare un calo del 4%, non accadeva da oltre un decennio) saranno inevitabilmente temi costantemente sotto i riflettori, soprattutto da parte di talune forze politiche.

E proprio in vista delle cantonali, Udc e Lega dei Ticinesi hanno tentato sino all’ultimo un apparentamento. Due schieramenti uniti da temi forti, come la consultazione “Prima i nostri!”, approvata sul fil di lana dagli elettori ticinesi il 25 settembre 2016, ma sonoramente bocciata dal Governo di Berna. Al via ufficiale della campagna elettorale targata Udc si è visto anche un ministro ticinese, Norman Gobbi, che - va ricordato - con la tessera Udc in tasca aveva tentato la scalata al Consiglio federale. Gobbi ha cercato in questi mesi di favorire un accordo Lega-Udc, poi sfumato. «Il Canton Ticino ha bisogno di più Udc”, ha affermato perentorio il presidente cantonale del partito, Piero Marchesi.

Questo potrebbe significare una ripresa dei temi xenofobi degli ultimi anni. In particolare la presenza dei manifesti griffati Bala i Ratt (all’epoca, in Ticino, l’Udc era guidato da Pierre Rusconi) potrebbe rappresentare un messaggio alle altre forze politiche - e non solo - sulla linea dell’Udc da qui alle elezioni. Dietro l’angolo ci sono anche una consultazione e un (nuovo) referendum su cui l’Udc punta parecchio. La consultazione si terrà il prossimo 25 novembre e riguarda l’autodeterminazione, ovvero dare priorità al diritto svizzero anziché ai trattati internazionali: un modo per tutelare il diritto svizzero, mettendo in discussione i trattati, a cominciare da quelli con l’Unione europea (da qui il “no” del Governo di Berna). Il referendum, in calendario a fine 2019, si riferisce invece ad un nuovo tentativo di arginare l’immigrazione, obbligando l’Europa, in caso di vittoria, a farsi da parte sul tema forte della libera circolazione delle persone.

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