Pensioni, rimborsi a 27mila comaschi

La prima scadenza ad agosto con l’una tantum. Ecco chi a Como ha diritto a riavere parte dei soldi congelati dal governo

In provincia di Como ci sono 27.500 anziani che da qualche giorno vogliono sapere con precisione cosa cambierà, ad agosto e dal gennaio 2016, per la loro pensione. La scala progressiva, riprodotta nel grafico qui a destra, sintetizza gli effetti del decreto approvato lunedì dal Consiglio dei ministri per fare fronte alla sentenza con cui la Corte costituzionale ha cassato lo stop alla rivalutazione degli assegni mensili sopra la quota dei 1.443 euro pari a tre volte la cosiddetta minima.

Più sale l’entità dell’assegno mensile, sino alla soglia dei 2.886 euro (sei volte la minima), e meno sarà il rimborso una tantum che verrà riconosciuto ad agosto per gli anni 2012 e 2013.

Il decreto non recupera interamente quanto perduto nell’arco degli ultimi anni. E non a caso, anche tra i beneficiari, molti hanno l’amaro in bocca.

«Non abbiamo subito soltanto il blocco delle indicizzazioni – dice Gabriele Moreschi, ex lavoratore che oggi si diverte a organizzare viaggi – quattro anni fa per esempio mia moglie attese 18 mesi in più prima di godere della pensione. Comunque, date le colpe ai governi precedenti e considerata la situazione poco felice dell’economia italiana, questo rimborso è un contentino, ma è ragionevole. A me spettano 750 euro, chiederò ai Caf. Certo potevano chiedere un sacrificio maggiore a chi è più ricco per riequilibrare chi è davvero in difficoltà. Senza chiedere il conto ai pensionati medi». Opinione assai comune tra i pensionati comaschi. «Chiedano ai grandi ricchi – sostiene Mario Brunato, quarant’anni alle Poste – io con circa 1700 lordi al mese avrò un rimborso di 500 euro nette, negli anni però se devo fare la somma con il blocco delle pensioni avrò perso circa 3mila euro».

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